cacciabombardiere F35Sull’ultimo numero de L’Espresso c’è un pezzo nel quale si rivela che gli F35, i caccia del nostro scontento, sono un bidone. La cosa è strana:  che si trattasse di uno dei più costosi catorci della storia dell’aviazione era ben noto da tempo, bastava leggere, anche solo per curiosità, i media specializzati. Non ci voleva molto, tanto che su questo stesso blog alla fine del 2011 ho scritto un post (qui) in cui si analizzavano tutte le manchevolezze dell’apparecchio, i problemi di progetto e infine l’esorbitante costo di manutenzione. Occorreva solo lo sforzo di  digitare F35 e con un po’ di pazienza andarsi a recuperare le documentazioni più corpose.

Però sulla stampa mainstream, guarda caso, non è comparso nulla di tutto questo fino a che l’acquisizione del nuovo caccia non è stata ben al sicuro nella saccoccia di governo. Si, querimonie sulle spese belliche sconsiderate, ma badando bene a dare l’idea che l’ F35 fosse un gioiello della tecnologia. Viene da pensare che si volesse in qualche modo proteggere l’insensata operazione agli occhi di quella parte di opinione pubblica  magmatica e disorientata che senza un input chiaro non sa dove voltarsi: la notizia che non solo si spendeva una marea di miliardi per nuovi strumenti bellici dall’uso imprecisato, ma che questi strumenti erano anche un bidone avrebbe avuto un “effetto risveglio” e creato un fronte del no assai più vasto e imbarazzante per il governo.

Non grido affatto al complotto, ma a una astuta o inconscia arrendevolezza al potere e magari alle politiche editoriali che trasforma i segugi  che vorrebbero essere i giornalisti, in cani da tartufo così privi di olfatto che un tubero odoroso non lo troverebbero nemmeno a una sagra di trifolau. Ma impareggiabili nell’avvertire il tartufismo di quelli che contano. Dall’altra parte ci si scontra spesso con una sorta di cecità psicologica che fa ritenere alle molte persone impegnate contro la guerra e lo spreco di risorse che la pessima qualità degli strumenti bellici per cui si buttano via risorse preziose, sia un elemento marginale  del discorso, mentre magari è quello più efficace per chi non è abituato a destreggiarsi nelle questioni di principio e a conviverci.

Sta di fatto che la tecnologia stealth, l’invisibilità ai radar vantata dall F35, ma in realtà assai dubbia, anzi quasi inesistente secondo la documentazione canadese, ha funzionato a meraviglia nel tenere nascosta la sostanziale mediocrità di un progetto. Oltre che la proterva e opaca adesione ad esso, nonostante ogni razionalità. Stupisce infatti che mentre fiorivano interrogazioni che sollecitavano il governo a creare un ente che si occupi di gestire gli alieni di Medvedev, non ci sia stato uno straccio di parlamentare che abbia osato informarsi e denunciare la bidonata che stavamo per prendere.