banca_fullgalleryC’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico: i sacrifici dei cittadini europei potranno essere direttamente utilizzati per salvare le banche. Cosa vecchia ormai, ma che acquisisce un abito nuovo e consente a questa ennesima ruberia di apparire nel doppiopetto della maggiore integrazione europea. Così siamo tutti contenti. Dunque il problema era quello di permettere al Mes, il nuovo organismo salva stati di salvare pure le banche in difficoltà e per un minimo di decenza era stato stabilito di far sì che la Bce potesse avere una supervisione diretta sugli istituti di credito del continente in modo da evitare almeno teoricamente, operazioni spericolate o opache.

E ieri sera all’Ecofin si è finalmente raggiunto un accordo su questo raggiro che è tale perché – ricordiamolo – il Mes è finanziato dagli stati, cioè dai cittadini di questa disgraziata Europa che si troveranno a saldare le eventuali malefatte di banchieri e finanzieri. Ma da oggi vigila la Bce,  almeno , visto che si trattta di un primo passo, sui cento istituti più grandi, una sicurezza. Mica tanto perché  in realtà l’accordo è un capolavoro di ipocrisia, sia in radice che per quanto attiene agli specifici accordi raggiunti. Si la Bce vigilerà e per l’occasione ha inaugurato un nuovo “consiglio dei revisori”,  ma ogni sua eventuale azione dovrà passare attraverso un “organo di mediazione” formato da membri che rappresentano le autorità nazionali. Era una richiesta della Germania che non ama sguardi eccessivamente attenti verso le proprie banche che com’è noto finanziano il sistema politico. Ma già così il consiglio dei revisori ha regole di votazione per quanto riguarda i regolamenti che rendono tutto molto nebuloso: i 17 paesi dell’euro dovranno votare a maggioranza, ma anche i 10 paesi dell’Unione che non fanno parte della moneta unica voteranno in separata sede sempre a maggioranza. e le due maggioranze devono coincidere.

Insomma è un falso accordo che da una parte non intacca davvero gli egoismi nazionali e dall’altro però consente di pompare soldi pubblici verso il sistema finanziario. Del resto che si tratti di un fatto formale per permettere proprio questo tipo di trasfusioni di denaro lo denuncia il fatto che la Bce è governata dalle banche centrali dei paesi euro le quali a loro volta sono però partecipate dalle banche private. Che siano o meno istituti di diritto pubblico conta solo per la facciata: la realtà è che saranno i controllati ad esercitare il controllo, salvo per l’intervento delle autorità nazionali che naturalmente tuteleranno i propri istituti di credito se del caso. Proprio per questo “peccato orinale” della Bce, Gran Bretagna, Svezia e Cechia, si sono tirate fuori da questa sorta di transazione: non avendo l’euro e dunque partecipazione nella banca centrale europea temono di essere esclusi dalle decisioni, nonostante tutti meccanismi messi in piedi dall’unione bancaria.

Così abbiamo fatto un bel passo avanti nell’integrazione del continente: tutti attraverso il mes dovranno rifinanziare gli istituti di credito di qualsiasi Paese. Mica il lavoro, la scuola, il welfare, gli aiuti in caso di disastro, no le banche. Perché è sulla Banca che la Ue campa.