Anna Lombroso per il Simplicissimus
Nell’avvitarsi su se stessa dell’eterna spirale della storia, si ripresentano come ricorrenti appuntamenti le ultime volontà di Grandi e meno grandi, intese a lasciare una impronta imperitura nel mondo: piramidi, anche recenti, ponti non solo virtuali, mausolei in sibaritici compound, punteggiati di irte piante esotiche. E non si tratta di un monopolio esclusivo di visionari condottieri, faraoni ancora imberbi, ma condannati, presidenti persuasi del loro contributo insostituibile alla grandeur nazionale, dittatorelli o plutocrati boriosi quanto cafoni. Ci si mettono anche stilisti le cui tracce creative sono meno memorabili della loro megalomania costruttiva.
È il caso di Pierre Cardin – e vi sfido a ricordare un prodotto della sua haute couture – che per lasciare un segno imperituro e profittevole del suo passaggio sulla terra ha deciso, non di erigersi in anticipo una bella tomba al Père Lachaise, ma di tirar su una torre di 250 metri, alta due volte e mezza il campanile di San Marco, con luci stroboscopiche da discoteca, attorcigliata su se stessa, con residence, negozi, servizi, parcheggi e infrastrutture viarie, visibile anche dal Lido, svettante com’è sullo skyline dell’ormai reclinata Serenissima.
Eh si, il tutto verrebbe su nella landa desolata di Marghera, un territorio degradato e allegorico della crescita dissipata e sgangherata, non soggetto dunque al rispetto della tacita regola che nessuna costruzione deve avere la tracotanza di oltrepassare in altezza el Campanil, un “postaccio” remoto e chi se ne frega dunque dell’oltraggio estetico e morale che si aggiunge alla miseria di un luogo contaminato dalla cattiva industrializzazione, perché cattedrale celibe in più o in meno, cosa cambia.
E infatti come in una commedia di Giacinto Gallina – quelle con “Serenissima”, il vecchio gondoliere rappresentante, nella mai estinta lotta tra modernità e conservazione, del misoneismo contro il futurismo della velocità del “vaporeto” e del dinamismo dei motori – l’arena degli ostili al progetto è stata tacciata di infame snobismo, che sembra ormai rappresentare un peccato mortale più dell’avidità, e di colpevole immobilismo.
Il fronte, persuaso delle magnifiche sorti e progressive della Torre è compatto, perfino di più di quello dei fan delle navi da crociera in Bacino, o del brutale grande magazzino nel Fondaco: gli spunti ideali sono quelli della paccottiglia di quel pragmatismo che predica un malinteso adeguamento alla naturale evoluzione della modernità. Che in fondo la qualità, la specialità di Venezia è stata l’accoglienza, l’apertura alla novità e al cosmopolitismo, la munifica indole ad attrarre talenti e creatività per farle produrre in patria rendendola sempre più bella e potente. E poco vale ricordare che purtroppo la tendenza si è interrotta qualche secolo fa, se questo istinto, nel rifiutare Le Corbusier, Wright e Kahn, accetta invece e integra nella città, definita il più straordinario miracolo urbanistico, brutture e oltraggi, ben testimoniati da un albergaccio tirato su a Piazzale Roma., di fianco all’improbabile seppur gustoso Ponte di Calatrava.
E mica vorreste fare di Venezia un museo a cielo aperto, recita il mantra dei sostenitori di tante improbabili irruzioni del futuro nel tessuto fragile e vulnerabile della città. Sono tutti d’accordo i poteri e le autorità: Ministri ai Beni Culturali e all’Ambiente, enti locali, Regione, stampa, tutti estasiati, perfino l’alta carica anche stavolta acrobaticamente impegnato a esorbitare dal ruolo, che avrebbe esercitato pressioni mai smentite in favore del grattacielo dell’emiro oriundo veneto, incurante dell’accorato appello rivoltogli da un drappello di retrogradi intellettuali “fuori dalla realtà”.
Aveva resistito l’Enac, preoccupata per la sicurezza dei voli del vicino aeroporto, minacciata dall’esuberanza della costruzione, ma zittita d’autorità con un provvedimento ad hoc che concede una deroga. Ora ci prova il direttore regionale dei Beni culturali del Veneto, Ugo Soragni, che ha infatti comunicato al Comune di Venezia che «sull’area interessata dall’intervento edificatorio in oggetto debba ritenersi operante il vincolo paesaggistico ex lege»: insomma nell’area in questione, pur trattandosi di zona industriale, sarebbe in vigore il vincolo paesaggistico previsto dalla legge.
Ma si bisbiglia già in corridoi molto felpati e adusi al silenzio prudente, che il ministro Ornaghi sia incline a rompere il suo costume alla ritrosa riservatezza per accogliere il suggerimento del sindaco Orsoni, inteso a secretare il progetto al fine di sottrarlo al parere vincolante della soprintendenza.
Sarebbe davvero un sgarro inqualificabile ricorrere alla legge per sottrarsi alle ben più “alte” leggi del mercato e del più forte: il bilancio comunale è appeso ai capricci dello stilista e ora anche alla ridondante effervescenza del direttore generale. Insomma è nelle mani di Pierre Cardin, racconta il quotidiano “La nuova Venezia”, sperando che “confezioni” una vendita su misura per le esigenze di Venezia. Il bilancio 2012 del Comune – per quanto riguarda il rispetto del Patto di Stabilità – è condizionato dalla vendita entro fine anno dei terreni comunali di Marghera su cui dovrebbe sorgere, in parte, l’ormai famoso Palais Lumiére,che insieme ad altre poste – come l’area della Favorita al Lido, parte del complesso delle ex Conterie a Murano, la Biblioteca di Mestre di via Miranese tra le altre – dovrebbe fruttare complessivamente 46 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altri 48 milioni di euro di fondi di Legge Speciale, previsti dall’emendamento alla Legge di Stabilità approvata alla Camera e ora all’esame del Senato, ma non ancora in cassa.
Un comune scrupolosamente allineato con le politiche di governo, propone come augurabile, desiderabile e giusta la liquidazione a prezzi di svendita di proprietà pubblica, così come ha fatto con l’Arsenale concesso benevolmente al Consorzio Venezia Nuova a fini esplicitamente speculativi.
Ha ragione Settis, lo sport preferito dal “regime” consiste nell’oltraggio continuato e sprezzante a Venezia, come a tutta la bellezza e al paesaggio, autentico e unico patrimonio italiano.
Ma in questo caso l’oltraggio ha un contenuto in più, ancora più iniquo e meschino. Si tratta di questo nuovo mecenatismo “peloso”, che sceglie investimenti peraltro molto assistiti e aiutati dai quattrini pubblici, purché siano predisposti a trasformarsi in loghi, griffe, advertising, in benefici commerciali immediati, in barba alle ricadute per i cittadini, espropriati di beni e diritti, se non quello di consumare.
Il disinteresse e l’indifferenza ostentata per un progetto che nasce a Marghera, riconferma la coazione a ripetere delle scelte politiche che hanno investito quel territorio, così brutto, sporco e cattivo, evidentemente, da meritarsi obbrobri aggiuntivi e ludibri supplementari. In modo che dalla bestemmia derivi profitto per geografie più ricche e degne di tutela e benessere.
Anch’io vorrei tante cose… ma con le ideolgie ci mangiate solo voi, noi invece dobbiamo andare a lavorare!
il fascismo esiste eccome purtroppo, oggi assume altre forme oltre a quelle tradizionali. Anche il razzismo assume una forma più esplicita quando pensa che gli sfruttati debbano subire qualsiasi tipo di oltraggio, condannati per un boccone di pane all’umiliazione. E anche all’inganno.. Per esempio in nessun documento si parla di risanamento dell’area: ammesso questa inutile opera si faccia, c’è da ritenere che i quattrini pubblici debbano fare le opere di riqualificazione e infrastrutturali. Che deve fare comunque senza l’obbrobrio, no? E la stessa opacità caratterizza anche i cosiddetti benefici occpazionali: un’area già vulnerabile deve subire per rivendicare l’unico diritto che le concedete, un salario precario per un lavoro poco qualificato? perchè non volere invece un insdiamento di servizio utile che promuova occupazione di qualità, che catalizzi innovazione, che dia sostegno a tutto il territorio? Si il fascismo e il razzismo di cono e adesso condannano a accontentarsi e a subire ricatti, per accrescere i profitti di pochi.
Non vedo dove sia la conflittualità tra Venezia e Marghera, solo lei cara Anna vede tutto ciò, noi stiamo solo dicendo che Marghera non è Venezia e che la torre oltre a portare lavoro toglie pure i veleni che ci sono nel terreno e una riqualificazione di un area in disuso, Non ho sentito nessuna lamentala quando hanno riqualificato il Molino Stuky facendolo diventare hotel a 5 stelle lusso (hilton),,,,, anzi ben venga anche i Benetton e riqualificazione del Fontego,,pure li speculazione ma porta lavoro a Venezia,,, Perciò cara Anna sono del parere che qualsiasi cosa porti benessere alla città vada bene….
Come volevasi dimostrare… solo sfoggio di inutile dialettica e totale ignoranza sull’argomento di cui parli! se ti prendessi la briga di informarti ,vedresti che sono mesi che chi si occupa del progetto cerca di spiegare (certo non grazie alla stampa locale ) come intende muoversi ( ma secondo te naturalmente questo fa parte dei “loro biechi piani speculativi”) c’è un sito apposta dedicato al progetto, c’è stata una mostra dedicata alla Biennale Architettura con del personale a disposizione per qualsiasi chiarimento…. ma per chi è in malafede come te qualunque informazione sarebbe comunque insufficente..giusto?
Comunque mi scuso se parlo da provincialotta di paese, d’altronde una cosmopolita come te deve avere pazienza e capire anche noi poveri ignoranti non possamo comprendere cosa intende una come te che , da vera nostalgica del ’68, parla ancora di fascismo (che da decenni non esiste più in nessuna parte del mondo) e non si accorge di cosa sta succedendo intorno a lei tra la gente che per vivere ha bisogno di lavoro
e non di inutile retorica!
In ogni caso se tra una lotta di classe e un’altra ti resta un po’ di tempo, prova leggere
questo articolo apparso oggi sul Gazzettino di oggi, così magari ti rendi conto di come viviamo noi poveri provinciali di Marghera!
http://www.gazzettino.it/nordest/venezia/disoccupato_e_denutrito_tenta_di_rapinare_una_farmacia_i_carabinieri_lo_sfamano/notizie/236371.shtml
E con ciò chiudo l’argomento.
allora, per informare anche i pecoroni, non rendete trasparenti le informazioni su un progetto del quale si conosce solo la facciata, come succede d’altro canto per tutte le opere al servizio della speculazione che fanno dell’opacità un’arma? Da veneziana e da molte generazioni, quindi appunto cresciuta nel culto del cosmopolitismo, dell’integrazione, della curiosità e dell’accoglienza fremo nel leggere le stupidaggini provinciali dello strapaese. Pensare che possa essere alimentata una conflittualità tra Marghera e Venezia, mi pare un’infamia davvero inaudita, soprattutto se si tratta di un esercizio al servizio di un porfitto così miserabile. Marghera fondata dal fascismo, anticipatrice di quella combinazione di profitto, spculazione e disprezzo di salute e ambiente e sicurezza, ai danni di tutti i citatdini, è stata però anche teatro di lotte e conquiste straordinarie che oggi si vogliono espropriare anche grazie a piccoli ripetuti misfatti come questo, al servizio di poteri privati lesivi dell’interesse generale. MI auguro, e sono sicura, che la memoria che ne resta e la consapevolezza che sul territorio si sta combattendo un battaglia di dignità e sostenibilità, impedirà questo obbrobrio etico e estetico.
@Anna, mi permetta di dire che la sua è una posizione che profuma di ideologia novecentesca. Come a dire che Venezia è unita a Marghera dal ponte Littorio voluto dal fascismo.
Non lo trova poco appropriato (e poco rispettoso di chi ci è nato, vissuto e ci abita) il suo accostamento Marghera = Fascismo?
Anche la Torre Eiffel è stata ultra-osteggiata dagli intellettuali e da una certa classe borghese. Ora è il simbolo di una città che tutti ammirano.
Va considerato che il Palais Lumiere (260 metri) sorgerebbe a oltre 6 km dal Palazzo Ducale, mentre la Torre Eiffel (327 metri) a soli 2 km dal Louvre.
A questo punto, ne vorrei a dozzine di “speculatori” come Pierre Cardin. Di certo Porto Marghera cambierebbe volto e gli operai licenziati e in cassa integrazione potrebbero convertirsi e imparare un nuovo lavoro. In fin dei conti hanno una media età media (penso ai 5.000 addetti della chimica) di tra i 35 e i 40 anni.
p.s.
Marghera è il territorio più cosmopolita del veneziano. A Marghera si parlano oltre 40 lingue e c’è buona integrazione tra cittadini di moltissime nazionalità Nelle scuole lavorano proprio in quella direzione di educazione alla multiculturalità con serietà e professionalità.
Caro Vittorio Baroni, il problema delle persone che scrivono su questo blog (ed altri simili)è che usano il web come mezzo di autocelebrazione, amano “parlarsi addosso”, fare sfoggio di cultura, sperando prima o poi di essere annoverati nel gotha degli “intellettuali” e poter finalmente anche loro sposare una “causa giusta” che li porti finalmente agli onori delle cronache!poco importa se ignorano completamente l’argomento su cui pontificano, se non sanno nemmeno dove si trova sulla cartina il luogo che difendono ad oltranza e se non tengono minimamente in considerazione l’opinione di migliaia di persone che invece in questa città ci vivono , combattono con i problemi della disoccupazione e della cassa integrazione!
Ci accusano di aver inquinato Venezia con il NOSTRO Porto Marghera! Ma se Marghera è sempre stata la pattumiera di Venezia! Non sanno forse che Marghera è stata fondata da dei Veneziani? Questo è il problema: Disinformazione che in questo caso può pure chiamarsi IGNORANZA, ignoranza di chi strumentalizza i fatti ripetendo a pappagallo parole delle quali non conosce neppure il significato,pronunciate a sua volta dall’invidioso di turno che non è riuscito a spartirsi la fetta di torta! E i pecoroni accusano noi , non sanno di essere solo le pedine di un sistema collaudato fatto di corruzione ed interessi di bassa politica!
Mio caro Anonimo,è proprio per togliere fanghi,fumi e veleni,che sono d’accordo con la costruzione della torre, forse Lei caro Anonimo non ha mai abitato a Marghera e nemmeno lavorato,e se un privato cerca,anche per il suo ego e le sue casse,(nemmeno il cane muove la coda per niente, con tutto il rispetto per il cane che è e sarà sempre una dolce compagnia) ,di sistemare a sue spese quello che i nostri politici hanno costruito dagli anni 60 in poi. P.S:magari lei è uno di quelli che viene a Venezia per la crociera e scatta la foto dal ponte più alto della nave con vista Piazza San Marco,ma quello va bene vero????
Un saluto
io più approfondisco questa faccenda più sento odore di speculazione, più infame che mai, devia investimenti collocando un oggetto brutto futile e inutile in un territorio ferito umiliandolo con il ricatto di un’occupazione dequalificata…io suggerisco invece vigilanza attiva altro che
più approfondisco questa faccenda e più sento olezzo di speculazione… più infame del solito, perchè appunto indirizza investimenti a perdere penalizzando con un “oggetto” brutto, futile e inutile una zona già oltraggiata
@Anna Lombroso, il bello è che i soldi dell’opera sono privati. certo, gli oneri di urbanizzazione previsti dalla normativa urbanistica vanno in cassa al Comune di Venezia che li metterà a bilancio. Il Consiglio Comunale potrebbe vincolare tali oneri incassati, hai fatto bene ad evidenziare la cosa. Questo ci permetterà di chiedere ai consiglieri che conosciamo di presentare una mozione in Consiglio al fine di bloccare quanto incassato a favore di Marghera. Ciao 🙂
E quindi lei, Baroni, per la promessa del classico piatto di lenticchie acconsentirebbe allo scempio rappresentato da quell’incommensurabile cesso di Cardin. Proprio non imparerete mai. Avete già, citato proprio da Lei, quella fabbrica di malanni di Porto Marghera, che avete accettato abbindolati dallo specchietto per allodole dei posti di lavoro. E adesso i vostri figli hanno la leucemia e i vostri colleghi entrano ed escono dall’ospedale, reparto oncologia, grazie allo schifo che con il VOSTRO aiuto Porto Marghera sparge su tutta la laguna. Tutta: anche su quelli che non ce l’hanno mai voluta o che non ci hanno mai lavorato.
Adesso volete fare il bis, con un demenziale monumento all’idiozia umana che presenta vantaggi fumosi quanto labili e svantaggi immediati, gravissimi e a lungo termine.
Ma del resto sappiamo benissimo che non si farà nemmeno: si smuoveranno appalti e mazzette, si devasterà la terra, si succhieranno miliardi allo Stato per il bene dei conti in banca (all’estero) dei soliti noti.
Tanto che ve ne importa?
Saranno i vostri figli a dover fare i conti con le falde acquifere inquinate, le polveri nell’aria, l’inquinamento termico, i rifiuti tossici, eccetera eccetera. Mica voi.
(Che bello dev’essere, fare il politico. Si possono ripetere sempre le stesse scemenze e si trova sempre qualche ingenuo, per non dir peggio, che ci crede.)
Anonimo, perché non mette faccia e nome?
Comodo sparare cazzate dietro l’anonimato, vero?
quindi lei è per aggiungere alle ciminiere inquinanti o desuete anche la torre? che imporrà investimento infrastrutturali a carico del contribuente? proprio lei parla di un piano regolatore del 62 e cosa è stato fatto per le bonifiche? e secondo lei i quattrini che il comune prenderebbe da cardin andrebbero indirizzati verso opere di risanamento come fossero tasse di scopo? le è forse stato esibito un progrmma do opere in tal senso? o invece i fondi andanno a coprire l’empio patto di stabilità? le giunte he si sono susseguito hanno dimostrato grande solerzia nel rimuovere lacci e laccioli per favorire privati e impres avide.. e che occupazione qualificata dovrebbe portare, se non precariato di un terziario dequalificato? o pensa che siamo di fronte a un mecenate illuminato intento a opere sociali? se è così temo sarà deluso..
Scusa Simplicissimus, ma conosci Porto Marghera?
Parli di Marghera a caso oppure ci hai vissuto?
Conosci il Piano Regolatore del 1962? Sai che “Nella zona industriale di Porto Marghera troveranno posto prevalentemente quegli impianti che diffondono nell’aria fumo, polvere o esalazioni dannose alla vita umana, che scaricano nell’acqua sostanze velenose, che producono vibrazioni e rumori”?
Conosci queste Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore di Venezia del 1962 (il III comma dell’articolo 15 per la precisione) rimasto in vigore fino al 1990 ed applicato per 30 anni?
Sai che a Porto Marghera ci sono 2.000 ciminiere?
Non puoi pretendere di scipparci il futuro!!!
Qui ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro.
Ci sono le bonifiche di un’area della I^ zona industriale.
C’è un segnale importante per rilanciare Marghera sostenibile.
Sì al Palais Lumiere a Marghera
Vittorio Baroni
http://palaislumieremarghera.wordpress.com