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Le primarie di Puerto Escondido

Sono molto deluso dal confronto che hanno avuto Bersani e Renzi in vista del ballottaggio. Mi chiedo come si faccia a parlare per quasi un’ora senza nemmeno affrontare il problema del regime autocratico di Tonga. Perché va bene non parlare dell’Ilva o della sanità, tacere del fiscal compact, delle pensioni, della caduta verticale del Paese e di cosa si intende fare, ma visto che si è scannati sulla politica estera, Siria, Palestina, Israele, senza peraltro alcuna novità rispetto a 40 anni fa, era doveroso prendere in esame le dolenti questioni di altre parti del mondo.

Del resto a me pare proprio che i due fossero in fuga dai problemi italiani verso Paesi dove non esiste un trattato di estradizione. Discorsi vaghi come la cipria e sempre reticenti: li vedrei bene, agghindati a dovere, a Puerto Escondido tra chicas e margaritas, tanto si è capito perfettamente che la gestione del Paese sarà in mano a Monti, Merkel, Bce e compagnia. Tra l’uno e l’altro non cambia nulla: solo solo due immagini di leadership, una berlusconiano- mediatica, l’altra di apparato, ma entrambe finte, chiaramente gregarie e subalterne, incapaci di avere una vera voce e dire qualcosa. Facce da appiccicare su un massacro che cerca l’anonimato.

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