Dopo aver impazzato sulle televisioni di stato, di parastato e di Murdoch, i principali contendenti delle primarie del Pd sono come scomparsi. Certo è stata una campagna elettorale faticosa, perché, cari miei, parlare per un mese senza dire niente è una cosa da far saltare i nervi: alle persone normali come noi scappa sempre in qualche modo di rivelare cosa siamo e cosa vogliamo. Ma loro no, hanno dimostrato una tempra straordinaria.

Ora però che siamo al ballottaggio abbiamo in campo temi di enorme importanza: la questione dell’Ilva e l’attacco esplicito di Monti alla sanità pubblica che meriterebbero un confronto fra due che si contendono la leadership o almeno qualche parola. Ma nulla, il silenzio regna sovrano. Don Matteo dopo aver fallito lo sghetto di cambiare le regole del gioco a metà partita, è corso a Firenze dove piove per fare la figura del sindaco soccorrevole: dopotutto è assente da due mesi buoni e l’ultima  prova di esistenza l’ha data con le trapanazioni di celebri affreschi esistenti per dare la caccia a celebri affreschi inesistenti. Mentre Pierluigi che con l’Ilva avrebbe pure qualcosina a che fare (ma non vuole parlarne), sembra scomparso. Da chissà quali e scali e pensioni fa sapere “Vincerò io”, mentre il suo rivale, talking in the rain, risponde “Attento alle sorpresine”-

Ecco tutto quello che esce fuori da chi si candida alla guida del Paese, su problemi vitali per il Paese e la sua società, la sua residua civiltà. Non è che voglia farmi i fatti loro, ma visto che loro faranno i fatti miei, mi piacerebbe sapere come la pensano su tutto questo: sarebbe il minimo per una democrazia, ma debbo constatare che nessun giornale o media glielo chiede e nemmeno lo pretendono i votanti delle primarie, evidente stremati dalle firme e satolli del loro ardire democratico. Per ogni muto c’è sempre un sordo.

E allora mi permetto di domandare e di rispondere io per entrambi, facendo opera di ermeneutica politica. Oh Matteo, naccheraccio, che tu mi dici di codesta sanità? ” So assai io e comunque senza lilleri un si lallera,se un ci s’ha quattrini un ci si cura, suvvia”.

Di ben so Pierluigi e tu cosa ne pensi? “Quel bagaglio li di Firenze l’è fuori dai coppi. Ma stavolta mi tocca di dargli ragione”.

Bene, bravi, grazie.