Forse alla manifestazione del No Monti Day ci saranno delle sorprese: secondo la stampa “montanara” che trasporta le sue artigliere mediatiche a dorso di mulo, ma più spesso di ciuco, parteciperanno Al Qaeda e Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos, ma anche le Brigate Rosse riorganizzate per l’occasione e la rediviva Rote Armee  Fraktion oltre naturalmente ai black bloc. Insomma la creme de la creme del terrorismo mondiale si sta ritrovando in piazza per dire di no al premier italiano, testimoniando di una nuova forma di nichilismo dell’oggetto. E naturalmente anche le forze dell’ordine hanno blindato tutto, anzi i carabinieri sono giorni che terrorizzano i commercianti, invitandoli a chiudere le serrande preconizzando loro probabile finimondo.

Demonizzare ogni forma di opposizione è  una spontanea caratteristica dei regimi che temono la visualizzazione concreta del loro fallimento, così si danno da fare per isolare la protesta e farla apparire come negativa anche agli occhi di chi è vittima delle “cure” governative. Ma se fossi in Monti non mi preoccuperei tanto del terrorismo immaginario che diffonde e che rappresenta l’unico campo nel quale è capace di fantasia. Mi preoccuperei piuttosto di un agguerrito gruppuscolo che è difficile zittire con i lacrimogeni e i manganelli e contro il quale persino le primarie impallidiscono: si chiama “Numeri” e fa parte del “realismo insurrezionalista”. Basta leggere i numeri dell’economia per rendersi conto del procurato disastro e in nome di chi è stato procurato.

Chi chiude le saracinesche per la paura instillata è probabile che dovrà chiuderle a causa dei “Numeri” che agiscono indisturbati tutti i giorni e contro i quali non esistono scorte che tengano. Il No Monti Day lo organizzano loro, altro che i black bloc e sono naturalmente il terrore di chi non ha i numeri.