Su tutto si può risparmiare sulle pensioni, sui disabili, sugli esodati, sui salari. Ma non sugli F35 che sono sacri. Così mentre si celebra l’Europa che sappiamo perché apportatrice di pace, non si rinuncia alla gigantesca spesa per i nuovi caccia. Anzi, visto che il loro prezzo è salito si devono aggiungere altri 3,2 miliardi al conto, cosa questa che non incontra alcuna opposizione da parte del milieu politico, anzi, su questo come fa notare Alessandro Gilioli, c’è un silenzio assordante.

E sapete, mica basta:  la versione da portaerei, l’unica che eventualmente potrebbe servirci visto che i vecchi Harrier a decollo verticale hanno fatto il loro tempo, incontra grossi problemi tecnici ed è sicuro che  se verrà prodotta, cosa ancora incerta, il risultato sarà una macchina mediocre, ma con altri e ancora più pesanti aumenti di prezzo senza parlare degli oneri di manutenzione del 40% superiori a qualsiasi altro caccia al mondo. Dico questo perché la spesa militare che dobbiamo affrontare è fra l’altro completamente  incoerente sia con le possibilità, sia con il nostro eventuale ruolo militare e quella che viene chiamata “proiezione di potenza”. Però anche su questo non è possibile sapere quali siano le linee guida e nasce il sospetto che esse siano affidate a più estemporanee e lucrose considerazioni tra milieu politico e militare.

Qui mi fermo per evitare di farmi prendere la mano dal sospetto che dietro tutto questo accanimento sugli F35 ci sia qualcosa di molto oscuro, anche se molto intuibile. Quello che mi preme far notare è che nel febbraio scorso fu diffuso l’annuncio che invece dei 131 caccia di cui si parlava, ne sarebbero stati acquisiti “solo” 90 a causa delle vicissitudini finanziarie del Paese. Ma in realtà questo avrebbe richiesto di un disegno di legge da votare in Parlamento di cui non si è vista traccia.

Ma c’è anche di più: fino al dicembre dell’anno scorso, sebbene si parlasse di 131 macchine, nero su bianco ci si era impegnati  solo per l’acquisizione di una ventina di caccia a decollo verticale per le nostre due miniportaerei e altri venti per l’aviazione. Forse la cifra di 131 era una pura intenzione di massima da realizzare nel corso di molti anni, sta di fatto che la misericordiosa riduzione di 41 caccia annunciata nel febbraio e non ancora ratificata, è in realtà un aumento di 50 macchine sulle quantità per le quali c’era un impegno definito. Guarda caso tutto questo è avvenuto proprio nel periodo in cui l’Olanda ha rinunciato all’acquisto dei sessanta F 35 che in un primo tempo si era detta disposta ad acquisire. Certe volte le coincidenze sono straordinarie.

Forse, anzi certamente gli F35 non sono quei caccia al top che ci si aspettava, ma questo non toglie che sia in grado di attuare  un devastante bombardamento di bugie.