La regione Veneto si appresta a far la guerra alla legge sull’aborto. Già territorio zeppo di ginecologi obiettori per interessi di carriera, ora ha varato una legge per dare libero accesso nelle strutture sanitarie e socio sanitarie alle associazioni per la vita, garantendo loro “pari opportunità di comunicazione” rispetto alle strutture  già esistenti. E’ fin troppo ovvio che la presenza di questi “doppioni” ha un senso solo dentro un disegno volto a svuotare dal di dentro la 194 la quale già prevede di fornire alle donne tutta l’informazione e l’assistenza necessaria con l’istituzione dei  consultori famigliari “che assistono la donna in stato di gravidanza informandola sui diritti a lei spettanti e contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”, oltre alla possibilità di una “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”-

Ciò che la nuova legge si propone è di eliminare è la facoltà da parte dei consultori  di scegliere le associazioni di volontariato di cui eventualmente avvalersi, consentendo l’assalto di gruppi integralisti e settari di ogni tipo la cui credibilità scientifica, pratica e umana è quanto meno tutta da dimostrare. Gruppi comunque decisi a sfruttare la fragilità delle persone che vivono una drammatica decisione per fare un’opera di plagio. Così dopo aver perso il referendum sullo svuotamento della 194, ecco che ci si riprova attraverso un meccanismo surrettizio innescato da una petizione promossa dal Pdl e dal movimento per la vita.

La vera sorpresa però è che tra i maggiori fautori della legge si trovi quella Laura Puppato, gettata sul palcoscenico nazionale dalla sua auto candidatura  alle primarie del Pd e subito pompata dalle solite note “repubblichine” e senonoraquandiste in virtù della sola appartenenza di genere o dai soloni del nulla, come Cacciari ormai orfano di se stesso. Senza la voglia né di informarsi su chi sia davvero e tanto meno di informare. Perché la Puppato è in realtà una teocon che al passaggio della legge in Regione ha asserito: “E’ stato battuto l’oscurantismo”. Ciò non toglie che la signora ( tra l’altro  capogruppo Pd nella Regione Veneto) abbia individuato uno proprio spazio proprio nella “difesa dei diritti civili” e addirittura nello schierasi a favore dei matrimoni gay, come ci fa sapere dalle pagine di Micromega o in decine di interviste che stranamente si tengono ben lontane dall’argomento della 194.

Insomma ha inaugurato una doppia personalità: integralista nella Regione e libertaria nelle primarie, rendendo così evidente che anche le sue proposizioni anticasta, si situano proprio  dentro i peggiori vizi di casta. Pensare che la Puppato, così evidentemente legata alle gerarchie ecclesiastiche che stanno dietro al movimento per la vita, guardi con civile apertura ai matrimoni gay è come credere in Babbo Natale. Ma si sa che spesso proprio le persone più integraliste sono quelle eticamente più sospette e disponibili alle più sfacciate bugie in vista di un benefico fine. Detto questo però sono certo che si batterà con tutte le sue forze contro l’oscurantismo: quello di una società aperta, civile e laica.