Mentre da noi impazza il fassismo verbale, perché qualsiasi cosa è meglio che parlare dei problemi del Paese, c’è chi governa  con mano sicura e di ferro. Ma non dico i tecnici che si dividono tra quelli dei miei stivali, quelli di Sua Santità e quelli che non auguri al peggior nemico, parlo della signora Merkel che è entrata in piena campagna elettorale. In Italia, non in Germania. E’ lei che ha imposto Monti, che dà le pagelle, che ritiene impressionante (non si capisce bene in che senso) l’opera del suo protegé e che ora gli sta facendo campagna elettorale per il bene della Germania, non dell’Italia.

Proprio ieri il governo, ma anche  il Paese nel suo complesso hanno ricevuto dall’ Angela custode una grande complimento:  sappiamo che ce la possiamo fare da soli a rovinarci. Non c’è bisogno delle imposizioni della Bce e di Bruxelles perché il premier è in grado di prevenire i diktat incipienti visto che ne è fautore oltre che esecutore: e naturalmente i media, gonfiando il petto – alcuni con prudenza, visto gli editori-inquinatori che hanno – non si sono fatti sfuggire l’occasione di far risplendere questa medaglia al valore. Certo l’occasione era ghiotta per chi ogni giorno deve vedersela con gli psicodrammi tra comici e la comicità del ceto politico, l’ora d’aria dal soffocante gas nervino delle dichiarazioni di madie, chicchitesta, lettiletti, scillischifani, fichifioroni, casincasotti. Almeno una che sa quello che dice, che fa gli interessi del suo Paese, anche se, spiacevole particolare, quel Paese non è l’italia. Infatti dietro alle premiazioni si nasconde in realtà una resa senza condizioni: il cancelliere tedesco ha infatti escluso che il futuro Mes possa avere una licenza bancaria, senza la quale diventa una specie di guscio vuoto che di certo non spaventa la speculazione, ma in compenso aggredisce ancora di più i bilancio degli stati costretti a conferire a questo istituto miliardi come se piovesse, 125 per l?Italia. La licenza bancaria nell’Europa liberal-dadista avrebbe permesso alla Bce di concedere prestiti teoricamente illimitati, rendendo se non altro efficace la nefanda cessione di sovranità a questo ambiguo istituto.

Insomma i complimenti sono stati una pacca sulle spalle e un “su non prendetevela, ce la farete da soli”. E noi a dire, ma che buona lei. Mi chiedo cosa aspettiamo a risparmiare 5 miliardi l’anno e affidarci al Bundestag che almeno così sarebbe costretto a fare gli interessi del Paese più di un Parlamento nazionale ormai dedito solo alle cadreghe.  E poi certamente l’Angela custode solleverà l’Italia e il suo premier dalla figuraccia di essere espulsi dal G8. Infatti la mirabile stampa nazionale si è dimenticata – tra un’imperdibile  dichiarazione e un’altra – di dirci che mentre l’estate trascorreva di vittoria in vittoria,  il Brasile ci ha scavalcato ed è diventato lui l’ottava potenza mondiale, relegandoci al nono posto. Così adesso si sta cercando di mettere in piedi un G10 per evitare la retrocessione.

Ma mica l’Fmi insiste per amore del bel paese, che di per sé è già ultra superato da Cina, India e Corea, ma per evitare di ammettere al direttorio dell’economia mondiale troppi Paesi che non aderiscono al culto liberista di rito occidentale: per la Lagarde, sarebbe uno smacco. E anche per il volonteroso chierichetto nostrano o per chi gli accende la candela. Ma in fondo basta non farlo sapere in giro prima di aver recuperato posizioni, cosa che avverrà matematicamente quando avremo un governo Pd-Pdl-Udc-Sel e attrezzi vari. Fidatevi, è l’ardire utopico dei pensieri lunghi.