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Scherzetti o stronzetti?

Una volta si diceva  scherzi da prete, oggi scherzi da Monti che del resto dai preti è stato educato. E’ successo che la Repubblica, sponsor ufficiale dei tecnici, come la Coca Cola lo era delle olimpiadi, è uscita fuori con un titolo su una prossima, futuribile diminuzione dell’iperf: una “soffiata” senza alcuna consistenza contabile, ma buona per consolare gli italiani in gita e  alimentare il turibolo che gli scalfariani agitano di fronte al premier, mentre recitano la giaculatoria, lodato sempre sia… Monti dalle altezze di Sankt Moritz, buen retiro prediletto della  Bilderberg, è rimasto sorpreso dalla incongrua notizia, ma per 24 ore ha taciuto: “Non ho voluto smentire il giorno stesso, per non amareggiare il Ferragosto degli Italiani”.

Questo comportamento, inconcepibile in qualsiasi Paese civile, viene definito da media grondanti sudori freddi e servilismo, “ironia”: il turibolo non smette mai di ondeggiare per creare un’ipnotica inazione di fronte alle macellerie. L’unica ironia sarebbe semmai che, per proprietà transitiva, Monti riconosce di amareggiare gli italiani. Sono scherzetti o sono stronzetti? Certo, per carità di patria sarebbe meglio lasciar perdere queste miserie governative e mediatiche, se non fosse che esse sono la spia della modalità deforme della governance italiana: il non dire la verità a scopo consolatorio è considerato benefico, sbattere in prima pagina lo scoop chiaramente  falso, ma ottimista è normale, annegare cattive notizie dentro un diluvio di sciocchezze, educativo. Insomma la lucida manipolazione è ammessa a fin di bene, anche se ovviamente è sempre il bene di chi tira le fila.  E tanto per fare un esempio, stamattina sto ancora aspettando che compaia notizia dell’intervista del Daily Telegraph al ministro degli Esteri finlandese in cui si dice chiaro e tondo che il Paese dei laghi si sta preparando a una possibile uscita dalla moneta unica e che, contrariamente a quanto si ritiene, un’esplosione dell’area euro invece di trascinare con sé anche l’Unione europea potrebbe permetterle di funzionare meglio.

Ora a noi potrà anche non fregarcene nulla di cosa pensa Erkki Tuomioja (così si chiama il ministro finlandese) se non fosse che posizioni di questo tipo non vengono espresse ufficialmente se non si vogliono lanciare messaggi chiari e soprattutto se la cosa non è già argomento di discussione fra i responsabili europei. Inutile dire come tutto questi cambi e di molto la forma del tavolo sul quale quali ci fanno credere che si stia giocando e  dunque anche il senso di provvedimenti e ricette che vengono imposte.  Forse non ce lo fanno sapere per amareggiarci meglio. A fin di bene, ça va sans dire.

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