Più si va avanti, più l’ipocrisia di casta e di classe che il governo ha espresso fin dal giorno del suo insediamento, va precisando i suoi contorni: come una foto nebulosa che man mano viene messa a fuoco si scopre che  al berlusconismo si è sostituito un nuovo e diverso tentativo di regime, questa volta non solo autoctono.

L’ondata di suicidi, le rivolte contro i metodi di Equitalia, l’inquietudine esplosiva che ormai scorre evidente nelle vene del Paese, i segni inequivocabili di un disorientamento profondo, non sono  caduti nel nulla, ma anzi hanno trovato una risposta precisa, anche se indiretta: la depenalizzazione dell’elusione fiscale  che si presenta come un condono tombale per le banche o i potentati e la chiamata di De Gennaro come sottosegretario con delega ai servizi segreti. Questo governo che doveva essere quello della linea del Piave, della riscossa si è sbagliato: non è quello di Diaz, ma della Diaz. Casomai qualcuno non avesse capito chi comanda.

I tentativi di Monti di rabbonire gli italiani con qualche spicciolo annunciato (che poi arrivi è un altro paio di maniche) per i giovani o per il Sud, si scontrano contro le cifre da capogiro che già sono state condonate alle banche, per non parlare di di D&G, Caltagirone e compagnia cantante: tra Monte Paschi, Unicredit, Credem, Banca Intesa (quella del ministro Passera) e molte altre minori lo Stato mancherà di incassare circa 2 miliardi e mezzo di euro. E ora con la depenalizzazione della elusione prevista dal decreto fiscale, una cifra di questo livello o presumibilmente assai più alta, finirà per diventare strutturale.

Vi incazzate un po’ perché Equitalia vi sequestra la casa se non avete pagato la multa mentre per le banche l’elusione fiscale è diventata libera? Fate malissimo perché il governo sa come dare segnali ai ribelli e come raddrizzare le schiene di quei folli che chiedono un minimo di equità: la chiamata di De Gennaro al governo, probabilmente ispirata e suggerita dal Quirinale, è chiarissima da questo punto di vista. Lotta dura e senza paura ai cittadini.

Naturalmente la posta in gioco è più alta, riguarda il destino del Paese da svendere al Nord Europa, fa parte di una strategia più ampia e di più lungo periodo nel cui contesto l’esecutivo tecnico è solo il curatore fallimentare. E’ per questo che si sta lavorando per far salire al colle Monti e per dare a Passera un futuro da leader. Cosa per la quale il banchiere lavora alacremente, frequentando ville di parlamentari indagati e condannati, come il senatore Grillo, assieme alla peggio casta, per mettere a punto decreti governativi. Fosse solo per lo stupro della correttezza, Passera dovrebbe avere ben altro nome. Ma insomma un po’ di comprensione, dopotutto non potremmo avere un governo con tanti omonimi.