Fratelli di lega

Massimo Pizzoglio per il Simplicissimus

All’imbecillità umana non c’è limite, figuriamoci a quella legaiola!

Il porta-posacenere della regione Piemonte, Cota, ha deciso di non accorpare le elezioni amministrative al referendum sulla caccia.
Con un costo aggiuntivo di 22 milioni di euro, che la regione non ha e per cui dovrà chiedere un mutuo.

La stupidità dell’operazione è talmente evidente che solo un leghista imbecille può non vederla.
In un periodo in cui i tagli a qualunque servizio pubblico fioccano quotidianamente sui cittadini, in cui si cercano milioni per la sanità regionale, in cui si chiudono o si massacrano ospedali modello come il Valdese, in cui la messa in sicurezza del territorio non trova mai fondi sufficienti per cui si agisce sempre sull’emergenza del dopo-disastro, il nostro (ma lo regaliamo volentieri) getta al vento una cifra monstre per una ripicca da alunno delle medie sul quorum del referendum.
Ancora fermo al dictat maroniano delle consultazioni sull’acqua pubblica, il Côtô (for piedmontees only) brucia delle risorse non sue, ma lascia in eredità alle future amministrazioni regionali una pietra al collo il cui peso e la cui inutile meschineria gridano vendetta.

E’ infatti ben noto anche all’inutile idiota, ma utile soprammobile, che la vittoria alle scorse elezioni è stato un caso, non del tutto fortuito, dovuto a errori ed omissioni della sinistra e della sua candidata, ma che molto difficilmente si ripeterà in futuro, soprattutto per lui e per il suo accrocchio politico.
Quindi è evidente che è solo un tentativo di azzoppare il prossimo mulo da soma che si sobbarcherà la Regione, dopo il massacro a cui questi incompetenti (e neanche professori, anzi) la stanno sottoponendo.
Lui, nel frattempo, vaga sul territorio nazionale e via etere, ben attento ad essere sempre assente dalla regione che dovrebbe governare (in compagnia del porta-porta-posacenere, il “moretto servitore” Buonanno), a spiegare come i soldi rubati dal Cerchio Magico (di cui faceva parte, forse a sua insaputa) siano “soldi della lega” e non dei contribuenti di tutta la penisola.

Il referendum sulla caccia riguarda circa 35.000 cacciatori piemontesi su una popolazione di quattro milioni e mezzo di abitanti, lo 0,7% degli abitanti.
Anche da un punto di vista elettorale l’equivalente di una cacca di piccione (o del peso politico di Rutelli, che è lo stesso).

Avrei una proposta: la prossima tassa sulla licenza di caccia in Piemonte portiamola a 650 euro a cacciatore e rientriamo dell’importo gettato al vento.
E se molti rinunceranno a rinnovarla e smetteranno di andare a sparare nei boschi, il 99,3% dei piemontesi sarà comunque soddisfatto: Cota lo “impallinerà” comunque, prima o poi…