Fossimo stati nell’aprile del 2011 li avremmo chiamati cialtroni. Adesso però li chiamiamo tecnici. Il fatto che dopo settimane il ministero del lavoro  non sia ancora venuto a capo del numero degli esodati, risibilmente errato fin dall’inizio, getta più di un ombra sulla reale competenza della signora Fornero. Non voglio nemmeno soffermarmi sulla superficialità e iniquità con cui è stata affrontata la questione fra una lacrimuccia e una stronzata, ma i numeri, almeno quelli devono tornare.

In più c’è anche un complesso di superiorità che impedisce alla titolare del dicastero di ammettere l’errore, una sindrome purtroppo diffusa in ambiente accademico e di scusarsi con i colleghi a cui ha venduto cifre sbagliate. Ma qui non siamo a lezione, siamo al governo del Paese ed è bene che tutti scendano dal pero. Compresi quei media che facendo professione di montilatria, tengono defilata la questione con tutta la sua gravità sociale, ma anche con le ombre che essa getta sulla qualità effettiva dell’esecutivo.

A meno che il problema non sia proprio quello di trarre lucidamente in inganno il Paese sottovalutando volutamente le cifre: ma in questo caso all’incompetenza generale di un esecutivo che sta mandando il paese al macero, si aggiungerebbe il banditismo politico.

Alla cialtroneria abbiamo già dato e poco importa che quella di prima fosse persino surreale. Alla banda bassotti dei grassatori abbiamo consegnato troppo a lungo il paese. Non è più tollerabile che si continuino a spacciare  uova di lompo al prezzo del beluga, è davvero troppo.