Rosella Roselli per il Simplicissimus

Che peccato! Non si fa più! O almeno sembra che non si farà più. O forse si farà ma solo dopo aver trovato dei finanziatori privati. Ci avevo già fatto un pensierino, mi piaceva l’idea di riutilizzare la vecchia attrezzatura da sci e dopo essermi bardata per bene con scarponi e occhiali da neve, prendere il trenino e arrivare a… Ostia!
No, non mi sto esercitando nelle imprecazioni in qualche dialetto nordico. Intendo proprio Ostia, nella XIII circoscizione di Roma, il Lido di Roma, il mare più vicino e popolare dei romani.
Che si stava (si sta?) avviando a far concorrenza nientemeno che a Dubai.
Una rotonda sul pak! Suona bene, eh?
E sebbene arrivi pronta la smentita della giunta comunale capitolina, che afferma di non aver preso in considerazione il progetto sostenuto dal consigliere circoscrizionale Bovicini, ques’ultimo insiste sulla bontà e fattibilità a costo zero, almeno per il Campidoglio, della nuova grande opera romana.

Faraonica, più che grande, vista la quantità imprecisata di metri cubi di cemento che dovrebbero essere colati su quel che resta della pineta di Castel Fusano per edificare strutture ricettive, ricreative, piste di pattinaggio e casinò che dovrebbero attirare sul litorale romano frotte di “giocatori, turisti, vip e miliardari”. Tutti desiderosi di rivivere, appena smessa la giacca a vento e indossato il costume da bagno o l’abito da sera, i “fasti mussoliniani” dello stabilimento “Roma”, il cui restauro e cambio di destinazione d’uso sono un’altra vecchia idea mai del tutto accantonata pur avendo corso il rischio di entrare nella mitologia, dello stesso Bovicini.

Dopo aver trasformato il Colosseo e il centro storico in una specie di tragicomico set fotografico per comitive di turisti mordi e fuggi, dopo il laghetto dell’Eur e parte del suo parco anch’esso violato per far posto ad un’altra attrazione (un museo acquatico-multimediale), dopo l’incuria e il malaffare che in questi anni hanno causato danni incalcolabili alle mille bellezze di Roma, non mancherebbe che quest’altro sfregio.
Sarebbe il colpo finale anche per il lido e i suoi decadenti e nascosti tesori liberty e razionalisti così struggenti e austeri, per l’oasi naturalistica di castel Fusano e per un’area archeologica, quella di Ostia antica, davvero incomparabile. Veri gioielli mai abbastanza valorizzati e soffocati da una cementificazione sempre più aggressiva e insensata.
Sarebbe la pena Capitale per Ostia, la sua storia, la sua terra e il suo mare