Ieri sera ho appreso nel giro di pochi minuti alcune inaspettate novità. La prima è che “fonti italiane non confermate da Pechino” riferiscono l’intenzione del premier cinese di dare alle aziende del celeste impero il consiglio di investire in Italia. E non solo ma che a Hu Jintao piace la riforma del lavoro di Monti. La prima è una frase fatta, a costo zero, la seconda una bugia evidente. Il che non può che trovare due spiegazioni: o che Hu si diverte a prendere per il sedere Monti o che Monti vuol prendere per il sedere noi tramite l’atono mondo dei media che riferiscono le più assurde sciocchezze.

Eh si, purtroppo dobbiamo dire che le “fonti italiane” hanno fatto una gaffe. Infatti lo stesso Hu Jintao non più di un anno e mezzo fa ha aumentato il costo dei licenziamenti per le aziende, portando l’indennità da pagare al lavoratore  a 21 mesi di salario contro i 16 mesi della Germania, i 13 della Spagna, i 9,3 della Francia, i 5,1 della Gran Bretagna e i 2,5 medi dell’Italia. Naturalmente qui non si parla dei sussidi di disoccupazione e del welfare generale, ma solo dell’insieme delle penali e delle indennità che rendono difficile il licenziamento.

E non solo, care “fonti italiane”: proprio dal primo gennaio è entrata in vigore in Cina la nuova legge sul contratto di lavoro che è stata una sgradevole sorpresa per le multinazionali, visto che porta a un aumento di diritti dei lavoratori.  Quindi le”fonti italiane” evitino di dire cazzate.

Come potrebbero anche evitare di radunare gli amici di merende in Europa per far dire che apprezzano la riforma del mercato del lavoro, altra piccola galassia di dichiarazioni per l’ “amico” aggiunta alle fesserie della Cina.

E infine scavalcando se stesso come “fonte italiana”, lo stesso premier è intervenuto a dire che non solo Hu Jintao apprezza il suo massacro del lavoro, ma che lo apprezzano anche gli italiani. Mi chiedo se a quest’uomo non abbiano mai fatto una pernacchia come si deve, quando dice o fa dire fesserie con quell’aria professorale che dovrebbe testimoniare della bontà delle sue bugie. E non ci venga che l’ha saputo dalla nipote di Lin Piao. Anzi comincio a chiedermi se sia il caso di dire a quest’uomo…