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L’inquieto letargo

Forse gli italiani si sono svegliati. Così almeno mi capita dei leggere in giro, purtroppo sempre in occasioni in cui il sopore mi pare più evidente che mai: tutto l’online furoreggia sul gran rifiuto di Angelino Alfano di andare al vertice con Monti e del forfait di Silvio che non andrà da Vespa. C’è qualcosa di strano? No è semplicemente che il padrone del Pdl e dunque il suo segretario non vogliono nemmeno che si parli di giustizia e di Rai per tema di perdere qualche potere dentro la tv di stato e qualche tempo di prescrizione in tribunale.

Certo nello sfascio del berlusconismo tutto è più goffo, menzognero, risibile. Ma forse nemmeno molto di più del Pd che rifiuta di andare alla manifestazione della Fiom perché ci sono i No tav. Come ho già detto un pretesto e forse anche peggio : chissà se il prode Fassina “esperto economico” del partito sa che da 21 anni nessuno ha mai presentato la relazione tecnica  sui costi – benefici  della Tav, documento che dovunque è la premessa per una grande opera, ma che noi latita da decenni, sempre annunciata e mai vista, evidentemente in omaggio alla trasparenza e al dialogo.

Ma insomma presi da queste vicende ci siamo appena scordati alcuni piccoli particolari: che le richieste di cassa integrazione sono aumentate di quasi il 50 per cento e che il Pil è calato dello 0,7%: sono colpi di maglio si straordinaria gravità che dovrebbero suggerire ben altri vertici e ben altra atmosfera, visto che tutto questo chiama in gioco direttamente le politiche finora perseguite e il loro esito sempre più incerto per non dire infausto. Francamente chissenefrega del povero Angiolino Alfano e di Vespa, vedovo di Silvio: se fossimo svegli capiremmo  che questi teatrini, come gli altri organizzati per i marò in India e per mille vicende minori sono diversivi con i  quali si cerca di canalizzare l’attenzione o di raggrumare un senso di identità. Capiremmo che  servono solo a far scendere sotto il bordo inferiore del monitor le notizie vere. Quelle che ci mostrano come le cure messe in atto stanno aggravando il paziente, già debilitato da Berlusconi, già lasciato dalla sinistra su un lettino del pronto soccorso, già derubato abbastanza e tuttavia in balia di chi si appresta a carpirne i residui averi.

Certo che in queste condizioni, è difficile essere svegli, capire se al capezzale c’è un dottorino impacciato o un luminare, facile essere distratti dagli strepiti che provengono dalle sala di attesa, difficile rendersi conto se la flebo contiene acqua distillata, un rimedio efficace o semplicemente il prodotto catabolico di un berlusconismo di fondo che ha trovato prestanomi. Anche se ha perso la terza camera presieduta da Vespa.

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