Ieri abbiamo avuto la prova del malanimo e dei pregiudizi che si accaniscono contro la Lega: non è affatto vero che il Sud venga disprezzato, anzi ci sono organizzazioni che i leghisti apprezzano e coccolano. E ospitano anche nella Padania spesso con grande profitto. La camorra e l”ndrangheta sono a tal punto apprezzate che Bossi ha dato libertà di coscienza ai suoi per votare in merito all’arresto di cosentino.

Si sa che la libertà di coscienza è quell’espressione con cui la politica italiana denuncia la sua mancanza di coscienza e di rappresentanza, ma francamente applicarlo alla Lega è come mettersi lo smoking per andare a dormire. Infatti è solo un’espressione: Bossi e il cerchio magico hanno fatto opera di convinzione perché Cosentino venga salvato dalla galera e Berlusconi dalle possibili rivelazioni dell’ex sottosegretario con  competenza sui casalesi. Cicchitto non si è sottratto al compito di far sapere che il governo dura solo con Cosentino libero.

Il ricatto con cui Berlusconi o meglio il gigantesco ossario contenuto nell’armadio della classe dirigente italiana, tengono in piedi il governo, ci dice però un’altra cosa, della quale sono convinto: che nessuna equità e nessun profondo cambiamento può venire da qualunque governo si regga alla fine sui voti di un ceto politico per una parte convinto che gli affari opachi siano il clou della vita parlamentare, per un’altra abituata al privilegio e avida di parteciparvi, per una terza rassegnata allo statu quo e incapace di rinunciarvi. Con una parte residuale consapevole di non avere idee da mettere in campo.

Difficile che da questo Parlamento, espressione di una classe dirigente attaccata ai propri privilegi e agli assetti immobili della società italiana, possa venire fuori qualcosa che metta le basi di una futura palingenesi o più modestamente che metta mano ai problemi profondi dell’Italia. E infatti il governo che pure è già stato parecchio corrivo nell’ospitare al suo interno conflitti di interesse ed esempi di opacissima arroganza del potere come abbiamo visto con Malinconico e Patroni Griffi, che assisterà all’ “assoluzione” di Cosentino, ha agito nei confronti di classi e categorie già pesantamente colpite nell’ultimo decennio e invece di andare a colpire le pigrizie e i benefit indiretti di un’economia immobile e spesso avida, agisce su fasce e sistemi del tutto marginali il cui effetto su una possibile crescita è solo un ballon d’essai mediatico.

Il governo tecnico è in sostanza stata la salvezza di un mondo politico ormai giunto al capolinea e che si è sottratto persino al dovere delle elezioni,vuoi per i miserabili interessi di bottega della componente parlamentare, sia per il vuoto ideale, di uomini e di idee che gli si è spalancato davanti una volta venuto meno il carosello attorno a Berlusconi. E, in un certo senso lo stesso Cavaliere è stato salvato mentre era in grandi difficoltà: tutto del suo programma è stato attuato dai professori e la parte eccedente gli servirà per la futura campagna elettorale. Gli altri sono stati salvati da loro stessi.

Ma, a differenza di ciò che probabilmente accadrà a  Cosentino, noi non siamo stati salvati.