Rosella Roselli per il Simplicissimus
Due parole, le ultime mie, sulle lacrime di Emma, pardon!, Elsa Fornero, la ministro donna prefica, categoria questa ormai ascrivibile alla mitologia di cui farà parte a pieno titolo con la Prestigiacomo, che seppe opporre soltanto il pianto alle sciagurate politiche ambientali del governo di cui faceva parte, e la Carfagna che si sciolse in lacrime guardando la mobilia del suo ufficio nell’attimo fatale dell’addio . Non è questo quello che mi aspetto da una donna, non solo almeno, forse perchè come molti non ho mai avuto troppo tempo per piangere, meno che mai per farlo in favore di telecamere. Certo, abituati alle arlecchinate come lo siamo stati finora – magari offenderò qualcuno dicendo che ho ritenuto tale anche la stizza della stessa Fornero al cospetto di una parte delle parti sociali (!) che avrebbero dovuto rappresentare in modo più numericamente cospicuo le donne- a qualcuno è sembrato meraviglioso scoprire il lato umano del potere (economico, politico, fate voi, ormai la differenza è talmente labile). Lacrime di Elsa e sangue nostro, con buona pace di quel numero irrisorio di possessori di jet, barche, suv, redditi al di sopra di un tot per i quali, ammesso che non trovino qualche scappatoia, non sarà difficile pagare qualche centesimo in più. Son commossa davvero della partecipazione, dell’empatia che circonda Elsa (o Emma? boh), la sua difficoltà nel pronunciare la parola s a c r i f i c i, ecco, scandisco bene per gli amanti dell’horror.
Ma vorrei ricordare ai compassionevoli che sono altre le categorie alle quali bisognerebbe riservare la propria solidarietà. Per esempio i pensionati al minimo, talmente abituati a farli i sacrifici che sono ormai rassegnati, i malati, che dovranno pagare ancora di più per la propria salute magari dopo aver nutrito per anni il Sistema Sanitario Nazionale, uno dei nostri mostri più insaziabili che finirà per nutrirsi anche delle nostre carogne, i lavoratori pubblici e privati (privati dei diritti acquisiti oppure quasi maturati come nel caso dei pensionandi), i giovani che vegetano nelle case dei loro genitori in attesa del nulla, gli studenti ai quali sarà sottratto il diritto all’istruzione per mettersi presto a disposizione del nuovo sistema previdenziale. Quindi per quel che mi riguarda, se proprio dovrò piangere, ma preferisco lottare, lo farò per queste persone, e per tutti quelli che nel computo da libro mastro della Fornero Elsa, la ministra dal cuore tenero, trovano posto soltanto nella colonna dare.
Un nome può forse cambiare le cose che dico? Io difendo il mio diritto all’anonimato, e contesto il meccanismo violento e identitario dell’invito all’assunzione di resposabilità, che invece di condivisione del peso della responsabilità, viene inteso come potere di giudicare e identificare il responsabile (che, come temo, diventa facilmente il nemico- come espresso dalla sua risposta), che è molto diverso. E’ stato detto “chi giudica sarà giudicato”, io preferisco che si rispettino le mie idee senza che mi si inviti a dare nome e cognome, che a lei non cambia nulla. Un volto anonimo esige rispetto in quanto tale proprio per un’assunzione di responsabilità, la responsabilità assoluta che si deve portare nei suoi confronti, quale che sia età, nazionalità, sesso, credo politico religioso eccetera. La sua destra non deve sapere cosa pensa la sua sinistra.
Quanto alla mia (così definita)”solidarietà al corso governativo” vedo che è stata intesa male, perchè non è affatto tale. Credo di essere abbastanza critico nel considerare la manovra da potermi dire all’opposizione, ma per quanto possa esserlo, riconosco retorico e populista scrivere un articolo di questo genere, in questi toni, Oltre che di cattivo gusto. Perchè, sottolineo nuovamente, il nuovo corso di governo esprime certamente istanze politiche che può non condividere, ma questo lo si espone in termini meno retorici, evitando di farsi portatori della bandiera dei più poveri, delle famiglie che (come espresso violentemente dal titolo) versano sangue mentre i potenti (i potenti?) simulano un pianto, facendo credere, innestando nei lettori l’idea (terribile e totalitaria) che chi in realtà difende il governo o cade succube della sua meschina trappola mediatica o è un capitalista che difende i suoi interessi ed è privo di spirito di solidarietà. Insomma è insito come al solito quel processo demonizzazione, sempre sottilmente prospettato da chi non vede realizzate le proprie idee politiche e le considera sacrosante. Insomma, l’apertura al dialogo, il rispetto anche di chi è al governo non c’è. Per questo avrei preferito mi si esponessero i motivi della delusione piuttosto che si cercasse banalmente il patos retorico per dar contro ad un governo (che comunque) sta cambiando qualcosa (seppur minima- la tracciabilità etc). Si può non essere d’accordo con la critica totale e demonizzazione di questo governo, senza essere abbagliati mediaticamente, senza avere idee distorte o manipolate, o in malafede. Lo sappiamo già che si può difendere benissimo a parole i più deboli, sono capaci di scrivere le stesse identiche cose su Libero (vedi il titolo di qualche giorno fa). Io preferisco mescolare le identità e prendermi carico di questo governo come fosse il mio, anche se non condivido tutto.
Insomma, Se leggo questo sito è perchè ci trovo qualcosa di interessante evidentemente. Ma bisogna sempre smascherare prima la propria di violenza, prima di smascherare quella altrui.
Credo di avere già risposto col mio post, cara Lella. Quanto all’anonimo, tanto solidale col nuovo corso governativo da non metterci neanche la faccia, voglio dire che sarebbe stato possibile tentare una terza via, quella di una poltica davvero equa, che avesse rintracciato gli sprechi dove ancora ci sono e rimangono (costi della politica, spese militari, finanziamenti a scuola e sanità privata e altro ancora, avremmo solo l’imbarazo della scelta). E il governo precedente o un’opposizione meno insipiente avrebbe potuto farlo o almeno proporlo prima di capitolare al cospetto un governo cosiddetto tecnico. Per questo non mi riconosco nel “voi” che mi attribuisce con fare tanto subdolo quanto lo è il suo anonimato.
Credo che quelle lacrime fossero sincere, cioè di persona consapevole che ad essere colpiti non saranno tutti, ma i più deboli.
Così saremo orgogliosi di essere in linea con gli altri Paesi europei, l’Italia e l’euro saranno salvi.Gli evasori e privilegiati potranno dormire sonni tranquilli, la patrimoniale solo una nuvoletta che si è presto dissipata, come sempre.
Quanta retorica inutile perchè una donna si è commossa (per motivi che noi nemmeno possiamo sapere!- ma che non ci devono spingere a criticarla quasi avessimo la certezza che simulava delle lacrime da coccodrillo- anche perchè mi sembra che nessuno sia andato lodando in giro l’anima sensibile della ministra)!
Lo sappiamo che voi, al contrario di quei ministri apparsi dal nulla per coricarsi il peso della crisi e costretti a mediare inevitabilmente con parlamento e partiti che pongono ognuno le sue condizioni (e il pdl niente patrimoniale, e il pd niente aliquota irpef, e quello e quell’altro), voi sareste più capaci di difendere i deboli, le famiglie povere che piangono davvero, che sputano sangue e vengono oppresse dal meccanismo violento della storia. Lo sappiamo che voi state sempre dalla parte del bene, dei malati, degli indigenti, che lottate per loro, contro le loro lacrime (scrivendo questi articoli indispensabili), che chiunque esprima opinioni o sensibilità diverse è solo un ricco capitalista prepotente. C’è bisogno di ripetercelo, continuate.
Io d’altra parte preferisco esprimere la mia personale contrarietà ad alcuni provvedimenti, anzi la mia delusione profonda nel vedere che non si è andati a fondo in quello che si diceva, ma sono anche conscio che bisogna fare un bilancio del tutto, senza inutile retorica populista (nella critica personale e cattiva contro le persone!), sapendo che l’alternativa non è il socialismo o il regno escatologico, ma la crisi, il governo berlusconi, o una campagna elettorale.
Una posizione, ritengo, un po’ più responsabile, che non significa acritica
Quanta retorica inutile perchè una donna si è commossa (per motivi che noi nemmeno possiamo sapere!- ma che non ci devono spingere a criticarla quasi avessimo la certezza che simulava delle lacrime da coccodrillo- anche perchè mi sembra che nessuno sia andato lodando in giro l’anima sensibile della ministra)!
Lo sappiamo che voi, al contrario di quei ministri apparsi dal nulla per coricarsi il peso della crisi e costretti a mediare inevitabilmente con parlamento e partiti che pongono ognuno le sue condizioni (e il pdl niente patrimoniale, e il pd niente aliquota irpef, e quello e quell’altro), voi sareste più capaci di difendere i deboli, le famiglie povere che piangono davvero, che sputano sangue e vengono oppresse dal meccanismo violento della storia. Lo sappiamo che voi state sempre dalla parte del bene, dei malati, degli indigenti, che lottate per loro, contro le loro lacrime (scrivendo questi articoli indispensabili), che chiunque esprima opinioni o sensibilità diverse è solo un ricco capitalista prepotente. C’è bisogno di ripetercelo, continuate.
Io d’altra parte preferisco esprimere la mia personale contrarietà ad alcuni provvedimenti, anzi la mia delusione profonda nel vedere che non si è andati a fondo in quello che si diceva, ma sono anche conscio che bisogna fare un bilancio del tutto, senza inutile retorica populista (nella critica personale e cattiva contro le persone!), sapendo che l’alternativa non è il socialismo o il regno escatologico, ma la crisi, il governo berlusconi, o una campagna elettorale.
Una posizione, ritengo, un po’ più responsabile, che non significa acritica.