La serata di ieri sarebbe stata perfetta: l’attesa, la suspence e infine la liberazione. Momenti da gustare in attesa della dura battaglia che ci attende per contenere il tecnicismo dietro cui si nasconde la desolante indifferenza agli uomini e alle vite del liberismo. Si, sarebbe stata perfetta, se non avessi dovuto subire l’aplomb codino e un po’ ottuso che si è liberato tra gli addetti all’ufficio stampa potere, qualunque esso sia,  di fronte alle contestazioni subite dal povero Berlusconi che dopo 18 anni di malversazioni e di immobilismo, dopo aver portato il Paese allo sbaraglio, avrebbe dovuto essere salutato con l’alza bandiera.

L’ottimo De Bortoli con quella chioma che a me, antico lettore Il Monello, ricorda Superbone, conchiuso dentro un doppiopetto come la perla nel cofanetto e affaticato a esprimere banalità con aria solenne, ha inarcato il sopracciglio per il tripudio della piazza che “salutava” Berlusconi. Ha deplorato la scena subito imitato da Fazio che dopotutto è nato come imitatore, da Floris in collegamento e con commovente telepatia  fra reti da Mentana e i suoi giornalisti.

Insomma una generazione è precaria, i pensionati sono stangati, la disoccupazione cresce impetuosa, l’Italia è sull’orlo del baratro e qualcuno si meraviglia di qualche “buffone” o di qualche monetina all’indirizzo dell’ex premier. In realtà ci sarebbe da stupirsi che sia successo solo questo. Ma il birignao salottiero è inarrestabile, è un altro pezzo della menzogna che ci siamo raccontati che continua a crescere oltre l’epoca che lo ha creato.

Ora io credo che chi ha avallato ogni scelta o non scelta del premier, chi ne ha minimizzato i troppi angoli oscuri, si è arreso alla cialtroneria dei suoi, chi ha finto un terzismo che era solo ossequio al potere, dovrebbe almeno avere il buon gusto di sopportare certe scene che per carità nei salotti buoni dove la crisi è solo un racconto, non stanno bene. Uno sberleffo finale dopo vent’anni di prese in giro non mi sembrano così deprecabili se non da chi partecipa, sia pure in vassallaggio a un potere che considera se stesso intoccabile.

E  quelle scene di liberazione attorno al palazzo e ai palazzi, sono state proprio uno sfogo e di certo non possono giustificare certe retoriche concitesche, pure quelle all’odor di salotto con  the e biscottini, secondo cui è il popolo che si è liberato di Berlusconi. No, sono stati i suoi sodali quando hanno capito che l’uomo era ormai un pericolo. Il popolo sperando che esista e che si riconosca come tale, deve entrare in scena adesso, senza farsi menare per il naso dal bon ton fasullo dei vlasti e andando a vedere bene cosa c’è dietro doppiopetti e reggipetti.