La voce ha cominciato a correre ieri come un venticello: Giuliano Amato prossimo governatore della Banca d’Italia. Di per sé la cosa non sarebbe appassionante se non fosse che il suo è  un nome mai circolato prima d’ora e che è del tutto al di fuori del berlusconismo.

Com’è noto sono mesi che si gira attorno al successore di Draghi con un ritardo inesplicabile oltre che dannoso per ciò che resta  dell’immagine Italia. Finalmente a metà settembre sembrava che il governo si fosse messo d’accordo sulla candidatura di  Saccomanni che è l’attuale direttore generale. All’improvviso però, una decina di giorni fa Tremonti, appoggiato dalla Lega, si è messo di traverso, proponendo un “suo”  governatore , il direttore del Tesoro, Grilli.

La cosa è suonata strana, vista la debolezza di Tremonti, l’enorme ritardo che si è accumulato, i tempi ormai ristretti e l’ esplicita preferenza di Napolitano per una soluzione interna. Ora questa voce su Amato getta una nuova luce su tutta la vicenda: potrebbe anche essere che la melina di Tremonti sia stata messa in piedi per ritardare le cose in vista di una possibile uscita di scena di Berlusconi. Fantapolitica fino a un certo punto visto che l’inattesa comparsa del “dottor sottile” su questa scena, segue a nemmeno 24 ore la sortita della fronda nel Pdl e a due giorni dall’evocazione del governo tecnico di Pella da parte di Napolitano: Amato a Bankitalia avrebbe un senso solo in questa prospettiva.

In termini semantici il dottor sottile sarebbe il governatore ideale per un partito dell’amore. Ma il fatto è che anche questo ridicolo slogan è stato spazzato via dalla realtà: nel pdl è definitivamente scoppiato l’odio.