Rosario è un grande sobborgo di Buenos Aires che sa di tango e di fumo, noto a qualcuno perché ci è nato il Che. Ma quell’epopea e quegli uomini sembrano lontani, sommersi dalla terribile basura neomoderna e dai suoi inqualificabili eroi. Uno soprattutto: il nostro premier. Sì, perché a Rosario l’acordeòn triste e forte del tanghèro, suona in un nuovo bordello battezzato ufficialmente “Palazzo Berlusconi”.
E se tanto di mi dà tanto non oso nemmeno pensare ai nomi in codice delle señoritas di servizio e alle loro specialità… mamadas Gelmini, la piernas de Brambilla, Carfaña follada. Del resto non c’è che l’imbarazzo della scelta è chissà che a Palazzo Berlusconi non ci sia più buon gusto che a Palazzo Grazioli, quanto meno a cena.
Ecco a che punto è arrivato il Made in Italy, quella specie di mito da bere nato avvolto dalle stoffe degli stilisti e oggi ridotto a nudità frettolose, a immaginario da bordello. E dio che pena la lettera mandata al sindaco di Rosario da Antonio Bruzzese, Presidente in Argentina della Cna (Confederazione degli artigiani) e dell’Associazione Insieme Argentina, che esprime la sua indignazione per l’uso di un nome, che rappresenta in questo momento l’Italia, in un locale di prostituzione di lusso. “Non é la mia intenzione giudicare la moralitá di Berlusconi, tanto meno uscire alla sua difesa, perche il tema trascende la persona e ridicolizza il paese che rappresenta, al di lá della sua gestione di governo.”
Oh certo è anche vero, pure sotto le spoglie di questo “spanitaliano”. Sarebbe vero se in contemporanea con lettera non sia arrivato dall’Italia il “forza gnocca” del Cavaliere a cui certo dedicheranno una sala del Palazzo Berlusconi. Ma che importa della dignità di un Paese che si è fatto trasformare in un bordello tutto intero dal titolare del Palazzo?
Fuerza coño, mentre l’acordeòn un po’ piange e un po’ stona in un angolo appassito dall’ombra dei corpi.
a ilsimplicissimus: sono d’accordo con Lei nel caso dello spagnolo (infatti in Argenina “coño” si dice “concha” e “follar” si dice “coger”); in ogni caso dissento sull’inclusione di Rosario nell’aera geografica di Buenos Aires, tranne che per il fatto generico che appartengono alla stessa nazione (sarebbe come dire che, in Italia, Milano è un sobborgo di Roma.
In ogni caso bell’articolo.
Saluti
Bè allo spagnolo non è il caso di badare perché è solo scherzoso e volto a prendere un po’ in giro. Quanto al sobborgo diciamo che nell’Europa densamente abitata 300 chilometri sono molti, ma generalmente per regioni meno abitate e molto più vaste si tende a suddividere per grandi aree. Inoltre una distanza di questo tipo tra una megalopoli come BA e una città 13 volte più piccola come Rosario non è certo tale da escludere di poterla includerla nell’area.
per anonimo: rosario è in provincia di Santa Fé, paradossalmente una provincia a forma di stivale! E ora capisco il fatto che sia nato proprio lì il “palazzo Berlusconi”
Rosario non è un sobborgo di Buenos Aires ma un’altra città distante 300 km da Buenos Aires. ¡Viva la pepa!
Rosario un sobborgo di Buenos aires????? ma che cosa stai dicendo???? Rosario semmai è una provincia Argentina lontana centinaia di chilometri da Buenos aires. e non ha nullla a che fare. Anche lo Spagnolo che scrivi…..Qui in Argentina (io vivo qui a buenos) si parla il castigliano ben lungi dalle bagianate che scrivi come coño o follada….
Almeno documentati prima di scrivere ste cose.
Saludos