Anna Lombroso per il Simplicissimus

È possibile che nei prossimi giorni insieme alle fatture e alla pubblicità dell’olio Carli, troviate nella cassetta della posta l’invito a aggiungere alla vostra vita agra l’ingrediente della passione e del desiderio di fare qualcosa di bello non solo per sé, ma per gli altri. “Se hai questa passione, questo entusiasmo dentro di te, sappi che io ci sarò”. Non cestinatelo frettolosamente come fosse “Primavera missionaria”, si tratta dell’untuoso appello agli elettori dell’unto del signore Angelino Alfano.
“Poiché mi sono impegnato lo scorso primo luglio a costruire un partito aperto, capace di ascoltare i suggerimenti del nostro popolo, d’accordo con il presidente Berlusconi abbiamo deciso di coinvolgere da subito anche i nostri sostenitori”, scrive – e figurati se il delfino non chiedeva il permesso a papi – invitando simpatizzanti e antipatizzanti a inviare, da lunedì 1 agosto fino a giovedì 15 settembre, il loro suggerimento per quanto riguarda modalità di iscrizione, di partecipazione al voto, di celebrazione dell’election day del Pdl e dei congressi provinciali, perchè “ valori, organizzazione e attività di governo sono le fondamenta sulle quali dobbiamo costruire e preparare la vittoria alle elezioni politiche del 2013”. “Tutti i suggerimenti pervenuti saranno letti e vagliati dai componenti del Gruppo delle regole, come è giusto che avvenga”.
Non so a voi ma ormai qualsiasi enunciazione e esternazione io senta o legga da parte di questa maggioranza, la mia reazione – infantile forse, ma comincio ad aver m affetto per la bambina ribelle, riottosa ma innocente che alberga in me – è sempre la stessa: ma come si permettono?

Ci hanno espropriato di legalità, libertà, dignità, futuro e di espropriano anche delle parole di dirlo, usandole con proterva padronanza, secondo quella antica consuetudine del potere dispotico: esercitare protervamente la discrepanza tra quello che professano, quello che predicano e quello che ci impongono e del quale ci defraudano. In una passerella oscena, in un’orgia di mediocrità, di reati e di vizi, ci vorrebbero far sognare un sogno, passato per colpa loro, dipinto con le tinte dell’ordine e del nitore, famiglie ridenti, cibi genuini, vecchi rispettati, vite lunghe e senza dolori, senso civico, vedette lombarde e tamburini sardi.
E anche Alfano nello scendere in campo di incita a comportarci bene, secondo il comodo del premier e i pregiudizi di Ratzinger e leggi che permettono l’abuso e esimono dal rispetto di regole e dignità, mentre razzola male, offrendoci esempi aberranti di crimini non puniti e quel che è peggio commessi in nome del potere e del profitto. Molti si scandalizzano, troppi si indignano, pochissimi reagiscono, compresa la stampa fatta per lo più di professionisti della denuncia effimera.

Il neosegretario rammenta che i valori del Pdl “sono quelli che il presidente Berlusconi ha sempre indicato fin dalla sua discesa in campo nel gennaio 1994 e vanno oltre di noi perché esistono prima di noi e continueranno a essere dopo di noi, in quanto sono il fondamento della nostra civiltà, quella legge naturale scritta nel cuore di ogni essere umano: la dignità della persona, il rispetto della vita, la famiglia, la difesa e la promozione della libertà in tutti i settori, l’attenzione verso i più deboli, quel principio di sussidiarietà che significa riconoscere e valorizzare le forze vitali della società e far fare allo Stato unicamente i compiti che servono a promuovere il bene comune”.

Eh si, senza valori “la politica degenera in mera gestione del potere, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. I politici si chiudono in un circuito autoreferenziale tra Palazzo e mass media che, questo sì, merita il disprezzo dei cittadini, che finiscono con il sentire la politica lontana, inutile, ostile”. Non ci crederete ma, sostiene il ragazzo di bottega, “non è questa la politica che vogliamo, non è questa la politica per la quale siamo in campo”.
Se poche cose suonano stonate e immonde come le professioni morali e civili di chi esercita solo amoralità e inciviltà nei comportamenti e nelle azioni di governo, nulla è imbarazzante come l’accettazione di questo grande inganno, da parte di un volgo disperso, ricattato dalla crisi, che svende i diritti in cambio del posto, talmente abituato alla delega da rinviare scelte e responsabilità a chi ha votato anche se dimostra incapacità e irresponsabilità, motivando la sua astensione con lo schifo e l’immondizia che lo circonda e che ha contribuito a rovesciare sulle strade della polis.

Non avremo grandi reazioni all’epistola di Alfano. Che se la ragione e la verità riprendessero il dominio, se valesse la regola aurea che quello che non potrebbe essere diverso non vale la pena di essere detto, dovrebbe essere un foglio bianco. O pensate se con una pozione versata nella rete idrica ancora miracolosamente pubblica, tutti fossero obbligati a dire la verità: “noi gli antidemocratici odiamo l’Italia, ci piacciono solo i quattrini e vi disprezziamo” direbbe Alfano. E in fondo più esplicitamente qualcosa del genere il premier l’ha già detto e fatto, mettendo mano alle leggi, manomettendo la giustizia, screditando la Costituzione, mettendoci gli uni contro gli altri, derubandoci di bellezza, conoscenza e futuro.
“Abbiamo fatto tutto quello che volevamo fare per la nostra Italia?” si chiede Alfano. Ecco quello che temo è che ci stiano riuscendo a fare del nostro Paese la “ loro Italia”. Stracciamola senza aprirla quella lettera, rimandiamola al mittente e fermiamoli.