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Cavalier Kane

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Come si addice a un regime che ha trasformato la nostra società in un set facendoci passare da una soap promessa a un horror mantenuto, ieri canale 5 ha trasmesso il suo spot anti intercettazioni sotto forma di una diretta sul processo Murdoch, una pubblicità regresso dal poderoso effetto intimidatorio: vedete cosa succede quando c’è troppa libertà? L’inossidabile schwester svizzera bardata in falpalà interrompeva il collegamento proprio come la Della Chiesa in Forum, che per la maggioranza rappresenta il contesto giudiziario ideale e augurabile per farci intendere che, guardate, potrebbe addirittura succedere , che un imprenditore che possiede o controlla in forma monopolistica media e informazione, vi controlli, entri nelle vostre famiglie, nelle vostre vite pretendendo di imporvi le sue regole oltre che i suoi prodotti.

Eh si sembra fantapolitica, ma non per l’ipotesi stancamente orwelliana, che dai noi è diventata una profezia autoavverante.
No, quello che ogni volta colpisce è che la loro rudimentale pedagogia preveda un pubblico di teleutenti e elettori ottuso, credulone, insensibile all’affronto quotidiano che viene recato alla sua dignità e ai suoi diritti. E noi, esposti al veleno quotidiano, sembriamo mitridatizzati alla manipolazione della verità condotta da questa che è una dittatura ideologica se disprezza i fatti, li travisa, li crea e ricrea ad hoc attraverso quelli che Orwell ha chiamato i Ministeri della Paura (ma anche un esercito di oscuri funzionari, opinionisti e malfattori delle parole) capaci di far sì che “la guerra diventi pace, la libertà schiavitù, l’ignoranza forza”.

Per questo se ripugna la corruzione materiale, deve ancor più suscitare orrore quella esercitata sulle coscienze, e che si è rivelata capace di instaurare un relativismo nichilistico applicato non alle opinioni ma ai fatti, in cui la verità è messa sullo stesso piano della menzogna, il giusto su quello dell’ingiusto, il bene su quello del male, con un totale stravolgimento della realtà, della cronaca e della storia. Si in questa guerra alla verità che è condotta per effetto naturale contro l’onestà, l’arma più potente è l’impiego generalizzato della menzogna intenzionale, strumento ordinario del potere, e che dovrebbe essere trattata come il crimine maggiore contro la democrazia. E i mentitori ormai abituali e reiteranti dovrebbero essere considerati non come abili, addirittura ammirevoli, e allegramente spregiudicati uomini di mondo, ma come spregevoli pervertitori di valori e regole.

Lo spettacolo di ieri è esemplare: una puntata già programmata di Law & Order per dimostrare che, vigile il premier con i suoi fidi, l’Italia non corre i rischi della perfida Albione, che il Sun non è Chi, che la battaglia di Berlusconi contro la magistratura braccio armato del complotto volto a disfare in via giudiziaria ciò che il popolo con il voto aveva voluto, è condotta anche in nostro nome. Si una puntata dello sceneggiato sul “fastidio” sprezzante di governare dovendo tener conto degli equilibri istituzionali che una democrazia impone e della volontà sempre più manifesta di liberarsi di ogni forma di controllo. Una televendita di un regime padrone che facendo i propri interessi fa il nostro bene, compreso quello di proteggere la nostra privacy.

È il grande inganno: volerci persuadere sia pure senza gran convinzione che le leggi ad personam finiscono per beneficare tutti i cittadini o almeno i segmenti di pubblico più significativi. Volerci dimostrare che il conflitto di interesse è un’invenzione di chi vuole imporre il proprio. Volerci significare che anche noi siamo padroni di qualcosa, il voto, più importante di ogni ragione, ogni regola, ogni altro potere e che la “maggioranza” giustifica ogni sopraffazione e legittima ogni iniquità. Volerci convincere che la legalità è vincolo molesto, un ostacolo sovrabbondante e importuno alla libera iniziativa. E volerci indurre a credere che la limitazione della libertà e del futuro che ci propongono è il metodo più sicuro per proteggerci dalla paura e dall’incertezza, che la loro sicurezza fatta di dispotismo, custodia ossessiva dei loro privilegi e prevaricazione è la ricetta per la tranquillità. E che le nostre rinunce valgono a comprare il nostro domani. Non dategli retta.

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