La corruzione, la scomparsa dell’etica dall’orizzonte della cosa pubblica, è un affare per pochi. Per un po’ di tempo può sembrare un vantaggio per tutti o per molti o per troppi come suggerisce lo spot della Lavazza,  ma alla fine si rivela disastroso per interi Paesi.  Grecia e Italia lo dimostrano.

Ieri in un post riferivo del fatto che in tutta Europa la vicenda della Grecia viene vista più che come un caso di accanimento della speculazione, come esempio della corruttela che non permette al governo greco di chiede un minimo di fedeltà fiscale, di impedire la fuga dei capitali costringendolo a infierire esclusivamente sulle fasce popolari: in queste condizioni è difficile restituire i prestiti.

Anche l’Italia è in condizioni analoghe, come viene illustrato a chiare lettere dal Frankfuter Allgemeine fino al Monitor Mercantil  e la manovra tremontiana che racimola soldi colpendo i poveri senza nemmeno tentare il recupero di fasce marginali di evasione non rassicura i mercati. Certo poi c’è l’instabilità e la fatuità di un esecutivo che spaventa, c’è un grande interesse da parte  del governo a creare il grande mostro speculazione che poi non è altro che la “mano invisibile” del mercato, la stessa mano che abbiamo adorato fino a che non ci ha cominciato a schiaffeggiare. Ma la sostanza è che il Paese viene visto come sostanzialmente irresponsabile, prima ancora che economicamente fragile.

Però sarebbe un’ illusione pensare, come invece sta accadendo, che la questione morale riguardi solo l’ambito della politica, la messa in fuga di Berlusconi e dei suoi peones o un’opera di persuasione alla buona condotta tra i partiti di opposizione. Bisogna ristabilire l’idea che l’etica fa parte della politica, così come della cittadinanza, senza i mille alibi che i politici di professione, ma anche i semplici cittadini adottano per sottrarsi alle proprie responsabilità. Anzi trent’anni di berlusconismo hanno completamente distrutto e travolto l’idea di responsabilità, senza la quale un’etica nemmeno può esistere.

Ammettiamolo, l’irresponsabilità è uno dei tratti salienti della seconda repubblica che in effetti è nata proprio su questa premessa nascosta alla base dei miracoli promessi e ovviamente non mantenuti. Una irresponsabilità intima e pervasiva che dalla frantumazione dei diritti, dall’egoismo economico e sociale, dalla concezione dei diritti “divisi”è arrivata anche all’egoismo gnoseologico, obliterando le differenze tra le opinioni ed evitandoci di interessarci davvero a qualcosa prima di prendere parte. Apparteniamo prima di capire e talvolta anche nonostante il capire: la solitudine sociale finalmente arrivata a una qualche consapevolezza, ci spinge in questa direzione. Non è un caso che paradossalmente, dentro questa macelleria morale di cui Silvio è stato da sempre il trombettiere, la salvezza dell’immoralità al potere deriva da personaggi che si sono autonominati responsabili, pur coltivando i più meschini e miserabili  interessi personali. Così che solo la corruzione sembra avere un’etica o quanto meno delle regole.

Non è nemmeno un caso che spesso si cerchi di rendere veniali cose di una gravità enorme sostenendo che non c’è nulla di penale, sostituendo l’etica ormai inesistente col sistema giudiziario che è tutt’altra cosa. E nemmeno è un caso che persino la letteratura sia spesso nient’altro che uno strip tease delle proprie disavventure dentro un mondo che si ritiene di non dover comprendere, ma solo accusare di non essere ciò che si sperava. Cahier des doleances senza stati generali, come quel panflettone un po’ ipocrita e dolciastro che ha vinto lo strega. Eppure solo dalla comprensione può nascere un nuovo progetto.

Forse non tutto il male viene per nuocere: l’incipiente consapevolezza che senza etica, cioè senza legami forti col nostro essere sociale, con le nostre stesse speranze, le promesse dell’egoismo si rivelano fasulle e trascinano prima o poi all”inferno, potrebbe smuovere qualcosa. Di fronte al declino generale e anche personale, al quale sfugge solo quell’uno uno su mille che arraffa tutta la posta, c’è caso di ritrovare il senso della solidarietà e persino della fratellanza.  Il senso di essere insieme. E del futuro.