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Testamento biologico: l’etica simulata

E’ assolutamente vero: la  mia vita è indisponibile. Essa è il bene che misura tutti gli altri beni e perciò più di ogni altra cosa è soltanto mia. Solo un ceto politico allo stadio terminale, sostentato da un’alimentazione artificiale di bugie e di affari può pensare di impormi come e quando morire, al solo scopo di prolungare la sua esistenza oltre il limite naturale del pudore.

E solo una Chiesa muta a qualsiasi richiamo evangelico, ma percorsa dalle grida di un mercato così visibile che se tornasse Cristo dovrebbe scacciare i sacerdoti dalle sale borsa piuttosto che i mercanti dal tempio, può davvero tentare di far credere che il sostentamento artificiale possa configurarsi come il cibo e l’acqua dati agli affamati e agli assetati. E  non si tratta soltanto di una ipocrisia, ma della cattiva coscienza di essere ormai così consustanziali al liberismo e alle sue ingiustizie da doversi abbarbicare a questa oscena caricatura del buon Samaritano.

Al contrario di molti che vedono in questa amara e per qualche verso farsesca vicenda del testamento biologico una sorta di irriducibilità di credenze religiose alla necessaria laicità dello stato, ci vedo solo il terribile e osceno appoggiarsi di due poteri in declino. Quello del grande corruttore e quello dei presunti ispiratori di moralità. Tutti e due insieme in nome di un’etica che è solo un interesse di potere variamente interpretato. Insieme per  un’operazione che in sé è la negazione di qualsiasi eticità.

Non c’è nulla nella dottrina cattolica che autorizza a pensare che una vita inconsapevole e dipendente dalle macchine faccia parte del corso naturale delle cose, non c’è nulla nella civiltà laica che autorizzi qualcuno a torturare un essere umano o lo obblighi a rimanere in uno stato vegetale. Anzi in molti luoghi esiste il diritto a rifiutare le cure. Cosa che nel nostro sventurato Paese dove non esiste una cultura dei diritti civili, viene concessa solo in presenza di credenze metafisiche, anche le più stravaganti.

No la mia vita è indisponibile a chi vorrebbe gestirla e rapinarla in nome o di un presunto potere spirituale in cui non mi riconosco e men che meno in nome di un potere politico che è non solo inadeguato a farlo, ma non può violare e impadronirsi dei miei diritti fondamentali, scolpiti nella costituzione. Men che meno essa può essere disponibile a un medico le cui conoscenze non lo autorizzano ispo facto a decidere per me.

No davvero se passo in rassegna quei ghigni ottusi o furbi o vuoti che per mantenersi le poltrone e i privilegi, vogliono decidere del mio bene fondamentale mi vengono i brividi. La mia vita è indisponibile a loro più che mai.

Se la vita è un dono di Dio che dono sarebbe se non fosse disponibile? E se invece deriva dalla carne e dal sangue di questa terra essa viene prima di ogni cosa, anche prima della legge che al massimo ne può disporre contro di me, non al mio posto. Tutto il resto è solo cianfrusaglia e balbettio, scalpitare di zoccoli duri e di ipocrisia. E’ solo, alla fine di un’epoca di menzogne e di silenzi, di qua e di là del Tevere, la squallida simulazione di un etica.

E purtroppo anche a questo sono indisponibile. Dovremmo anzi esserlo tutti.

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