Ecco una serie di rapporti di classe scritti a futura memoria nei registri scolastici nell’ultimo decennio. Essi danno conto pur nella loro disarmante comicità delle mutazioni antropologiche che si sono susseguite: dentro c’è tutto dalla forza di trascinamento della televisione, al lassismo delle famiglie che non investono in istruzione, ma in pezzi di carta, alla mancanza di freni e di rispetto vero dell’altro, l’abitudine a intendere la libertà come franchigia dalle regole. Non si fa fatica a immaginare Pontida, partendo da questa spigolature.
L’alunno S. C. lascia l’aula prima dell’orario di uscita dopo aver fotografato la lavagna con il cellulare sostenendo che avrebbe riesaminato la lezione a casa sua.
L’alunno A., assente dall’aula dalle ore 12.03, rientra in classe alle ore 12.57 con un nuovo taglio di capelli.
Gli alunni M. P. e D. A. dopo aver rubato diversi gessetti dalla lavagna di classe, simulano durante la lezione l’uso di sostanze stupefacenti tramite carte di credito e banconote arrotolate, tentando inoltre di vendere le sopracitate finte sostanze ai propri compagni. A mia insistente richiesta di smetterla vengo incitato a provare pure io per non avere così tanti pregiudizi
La classe non mostra rispetto per l’illustre filosofo Pomponazzi e ne altera il nome in modo osceno.
L’alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai genitori riconsegna il pagellino firmato 2 minuti dopo. Sospetto che la firma non sia autentica.
Il crocefisso dell’aula è stato rovinato. Il Cristo ora porta la maglia della nazionale.
L’alunno A. durante l’intervallo intrattiene dalla finestra dell’aula gli alunni dell’istituto imitando Benito Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all’istituto che sta dall’altra parte della strada.
Dopo aver fatto scena muta durante l’interrogazione di geografia astronomica V. chiede di avvalersi dell’aiuto del pubblico.
Facendo l’appello e notando l’assenza dell’alunno S., mi viene detto dall’alunno C. di non preoccuparmi. Quest’ultimo estrae il portafoglio, lo apre e simulando di parlare ad una terza persona urla “Scotty: teletrasporto!”. Con fragorosi effetti sonori fatti con la bocca, l’alunno S. fuoriesce dall’armadio.
L’alunno L.P. durante la lezione di educazione fisica usa la pertica come simbolo fallico.
Si espelle dall’aula l’alunna M. Ilaria perché ha ossessivamente offeso la compagna Sabatino Domenica chiamandola Week End.
Gli alunni M. e P. incendiano volontariamente le porte dei bagni femminili per costringere le ragazze ad utilizzare il bagno maschile.
“L’alunno è entrato in aula, dopo essere stato per 20 minuti al bagno, aprendo la porta con un calcio; ha fatto una capriola e ha puntato un’immaginaria pistola verso l’insegnate dicendo “ti dichiaro in arresto nonnina!”
L’alunno giustifica l’assenza del giorno precedente scrivendo “credevo fosse domenica”.
T., L. e B. chiudono in bagno una loro compagna perché ritenuta da loro “cesso”.
L’alunno M.B. sprovvisto di fazzoletti si sente autorizzato a strappare una pagina della Divina Commedia per soffiarsi il naso.
P. non svolge i compiti e alla domanda “Per quale motivo?” risponde “Io c’ho una vita da vivere”.
“Gli alunni B. e N. simulano un omicidio in classe, il primo si è steso a terra, il secondo disegna la sagoma”.
L’alunno M. ha fatto l’ennesima scena muta dicendo che risponderà solo in presenza del suo avvocato.
“Si segnala mancanza del Crocifisso, occultato dalla classe, al suo posto cartello recante le parole “torno subito”.