Mi piace, mi piace tantissimo, ma non la compro. L’ addio forzato di Concita De Gregorio alla direzione dell’ Unità, che accende decine di gruppi sui social network e migliaia di fan che gridano allo scandalo, non ci interroga su un avvicendamento che in sé è abbastanza fisiologico in un giornale, ma sulla schizofrenia di questa Italia e oserei dire anche dell’Italia migliore.
C’è una dissociazione profonda tra il pensare e il fare, una sorta di futilità che si adagia anche sui pensieri e sulle speranze, come la triste eredità dell’Italia avvilita dal berlusconismo. Sta di fatto che su Facebook l’Unità ha 143.517 fan, ma stando agli ultimi dati vende oggi poco più di 38 mila copie. E questo dopo aver avuto tra il 2009 e il 2010 un calo di quasi il 15% , tra i più alti in assoluto pur in un mercato in contrazione. Già l’anno scorso l’Unità vendeva meno di Dolomiten e non credo che la soluzione potesse essere chiamarla Einheit.
Ora mi chiedo come sia possibile che una così grande fiducia in un quotidiano e in un direttore non si traduca, non dico tutti i giorni, ma almeno qualche volta, in qualcosa di concreto, in un passaggio all’edicola. Può darsi che alcuni errori siano stati commessi, che non sia stato ben calibrato il rapporto tra l’on line e il cartaceo, può darsi che il giornale non abbia saputo crearsi un profilo abbastanza distinto dal resto della stampa d’opposizione, in pratica Repubblica, che per un redazione molto più piccola e con molti meno mezzi significa spesso finire al traino anche non volendo.
Ma con tutto questo, scontando gli errori che tutti possono commettere soprattutto se sono più agitatori di messaggi che direttori, dire adesso che ci sono trame oscure, prima accreditate e poi di fatto smentite nell’annuncio ufficiale o che i gruppi di potere del Pd vogliono riprendere il dominio totale del quotidiano, sono comunque degli alibi, anche se questo grigio fosse totalmente vero. Per sconfiggere i disegni alle spalle dei lettori bisogna che i lettori ci siano: sarebbe bastato sacrificare qualche euro e non fermarsi alla tastiera, ma andare anche in edicola.
E permettetemi di considerare il massimo dell’ipocrisia la valanga di “non comprerò più l’Unità”, che compare in rete: vorrei vedere invece migliaia di mannaggia perché non l’ho comprata prima. Temo che se non sconfiggeremo questo male oscuro di rigettare sempre le responsabilità su altri, se non riusciremo ad estirpare questo leit motiv del berlusconismo, la “rivoluzione italiana” avrà ben poco respiro. Si la libertà è partecipazione, ma non partecipazione nei ritagli di tempo.
Sulle questioni di linea non mi pronuncio, ma avendo una certa esperienza giornalistica so che un direttore accettando la carica, accetta anche certe condizioni poste dall’editore. Ora credo che sarebbe stato assurdo fare de L’unità un giornale del Pd e che la De Gregorio abbia fatto bene a rivolgersi a un’area più ampia. Tuttavia è il “come” che è risultato un po’ confuso, comprendendo nello stesso tempo la mercede agli apparati e il movimentismo, talora anche il protagonismo dello stesso direttore. Tutto questo alla fine ha finito per scontentare tutti e per tradursi in un minestrone più che in una linea politica. Naturalmente questa è una discutibilissima opinione personale.
Io compro l’Unità tutti i giorni. Continuerò a farlo. Spero solo di non vedere più tanto spazio riservato a quelli di SEL.
Sono d’accordo sul tuo commento
Scusate mi si è duplicato involontariamente il commento. Sorry.
Noi abbiamo sottoscrtto l’abbonamento on line per dua anni consecutivi.
Ma non vedo perché adesso chi è scontento dell’abbandono (?) della De Gregorio debba pure essere messo sotto accusa e si debba gustificare.
Sarebbe bello che la dirigenza (una certa VECCHIA dirigenza) del PD non ci avesse abituato a dover per forza sospettare del suo operato. Io purtroppo di certi personaggi sospetto. Specie se si parla, per il giornale, di un “ritorno di D’Alema”. Vero? Falso?
Vedremo prossimamente quale geniale soluzione proporranno su tanti argomenti, come per esempio il nuovo direttore dell’Unità o lo smaccato corteggiamento alla Lega Nord.
A me pare che non c’entri nulla il fatto di doversi giustificare e men che meno chi ha fatto un abbonamento. Noto semplicemente che c’è, in questa come in moltissime altre cose, uno iato tra il consenso così vasto espresso in rete verso la direzione di Concita De Gregorio e gli effetti invece assai scarsi di tale consenso sul piano della sostanza. Infatti pur essendo convinto che vi siano stati degli errori (e chi non ne fa) nel progetto generale, non do affatto la colpa alla De Gregorio per la situazione attuale. La attribuisco invece a una certa superficialità generale per cui moltissimi appoggiano una certa causa senza però concretarla in qualcosa. E naturalmente tutto questo può accadere ed è infatti accaduto in passato con altri direttori
A me pare che non c’entri nulla il fatto di doversi giustificare e men che meno chi ha fatto un abbonamento. Noto semplicemente che c’è, in questa come in moltissime altre cose, uno iato tra il consenso così vasto espresso in rete verso la direzione di Concita De Gregorio e gli effetti invece assai scarsi di tale consenso sul piano della sostanza. Infatti pur essendo convinto che vi siano stati degli errori (e chi non ne fa) nel progetto generale, non do affatto la colpa alla De Gregorio per la situazione attuale. La attribuisco invece a una certa superficialità generale per cui moltissimi appoggiano una certa causa senza però concretarla in qualcosa.
Noi abbiamo sottoscrtto l’abbonamento on line per dua anni consecutivi.
Ma non vedo perché adesso chi è scontento dell’abbandono (?) della De Gregorio debba pure essere messo sotto accusa e si debba gustificare.
Sarebbe bello che la dirigenza (una certa VECCHIA) dirigenza del PD non ci avesse abituato a dover per forza sospettare del suo operato. Io piutroppo di certi personaggi sospetto. Specie se si parla, per il giornale, di un “ritorno di D’Alema”. Vero? Falso?
Vedremo prossimamente quale geniale soluzione proporranno su tanti argomenti, come per esempio il nuovo direttore dell’Unità o lo smaccato corteggiamento alla Lega Nord.
Io sono uno di quelli che compra l’Unità tutti i giorni. faccio parte di un circolo PD che nel 2010 ha messo a bilancio 25.000 euro da dare alla federazione di Bologna per PAGARE i debiti delle precedenti gestioni del giornale.
Vorrei sapere se quelli che ora dicono che non compreranno più l’Unità sono gli stessi che l’avevano smessa di comprare quando Concita (brava) sostituì Padellaro o quando Padellaro sostituì Colombo.