Site icon il Simplicissimus

La coerenza dei miei stivali

Dopo la batosta, succede come nel teatro dei burattini che vedevo da bambino: qualche sonora bastonata finisce pure sulla groppa di chi sugli spalti dell’opposizione, si è dissociato e ha detto no. I vari Testa per il nucleare, ma molti di più sull’acqua pubblica. Ora questa costellazione di personaggi i più diversi, da Bassanini a Renzi, invece di ripensare al catastrofico errore politico che hanno commesso, cercano di appuntarsi al petto la medaglia della coerenza. Erano per la privatizzazione prima e lo sono rimasti.

Invece io sostengo che si tratta di una medaglia di cartone, anche mal ritagliata, di una patacca: sono stati incoerenti sui principi e cioè sul concetto di bene comune che a sinistra dovrebbe ancora suscitare qualche sensibilità, sono stati incoerenti nel merito insistendo su una strada rivelatasi sbagliata e sono stati congruenti solo con logiche politico-spartitorie.

Mi permetto di dire che il Paese ha bisogno di ben altre coerenze, coerenze con le idee, con i principi e con i fatti, non coerenze con modelli importati e con abbagli pervicacemente sostenuti quando l’epoca politica che li ha creati è al tramonto.

Non a caso la polemica antireferendaria ha avuto uno dei suoi centri di irradiazione  e quasi mi verrebbe da dire uno dei suoi covi, attorno alla fondazione Italianieuropei, ovvero la parte della sinistra che dopo la caduta del muro, invece di nuove elaborazioni, si è lasciata irretire dal liberismo e si è poi appassionata al blairismo dal quale non sa più uscire nonostante sia ormai un caro estinto.

Si ci vorrebbe un po’ di coerenza, ma col futuro.

 

 

 

 

Exit mobile version