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Dummies al 31%

Siamo messi così: il 31% degli italiani è formato da babbei i quali danno per scontato che il loro feticcio sia così cretino da scambiare una scialba lolita per la nipote di Mubarak, mentre un altro 11% non sa cosa pensare.

Questo è ciò che viene fuori dagli ultimi sondaggi che danno la compagine governativa in calo di fiducia e lo stesso Cavaliere in perdita. Ma si tratta di minuzie a confronto dell’enormità delle bugie dette nell’ultimo mese, delle folli sciocchezze sparate negli ultimi giorni, della volontà della maggioranza di farsi dittatura, di non tenere in nessuna considerazione le istituzioni, le regole, la stessa Costituzione.

C’è ormai una tale assuefazione alla menzogna, una tale abitudine a non pensare, una tale pressione mediatica alla semplificazione e al luogo comune, che quasi un terzo dei potenziali elettori ha ancora fiducia nell’affarista in crisi di senilità e nel suo governo di cialtroni, di yes men si potrebbe dire se quel men non fosse smentito ogni giorno dalla natura servile e sciocca di questi personaggi. Insomma  quel 31% di fiducia in un individuo che sta buttando al macero il Paese, grida vendetta.

Perché non soltanto scopre una noncuranza verso l’oggetto misterioso che dev’essere per quella fetta di Paese la democrazia, ridotta a macero di opinioni indigeribili e rozze, ma anche l’incapacità di vedere i propri interessi. E mentre ammirano la furbizia altrui, si fanno infinocchiare.

In Inghilterra sono bastate due settimane per affossare i sondaggi di Cameron, quando si è cominciato a sospettare che sulla riforma sanitaria il leader dei Tories avesse detto un po’ di chiacchiere. E altrove, in Francia e Germania, i governi di centro destra sono in fortissima crisi, tanto da doversi attaccare persino al blocco dei tunisini per tenersi almeno il consenso della destra profonda.

Da noi quanto tempo ci vorrà? Dove bisognerà arrivare prima di spazzare via tutto il marciume e i giganteschi errori che si  sono accumulati? Oppure dobbiamo pensare che la mutazione antropologica che ci ha reso un po’ rimbambiti, incapaci di dialogo o ha semplicemente liberato la carogna che dorme sotto ceneri nemmeno troppo abbondanti, è ormai irreversibile?

Sono pessimista: solo quando si sarà toccato il fondo, si potrà pensare a rinascere. E di certo io non lo vedrò.

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