Il licenziamento di Flavia Perina dalla direzione del Secolo d’Italia, tornato nelle grinfie del Pdl e degli ex colonnelli finiani, ha suscitato un’ondata di lamentazioni e di indignazioni che in un Paese normale dovrebbero essere spese per cause migliori. Soprattutto ci  mostra l’ipocrisia totale nella quale galleggia la società e l’informazione italiana, il suo senso di casta, il suo snobismo. E anche la fragilità psicologica dell’opposizione  disposta a dare credito a qualsiasi personaggio  della destra che appena appena tentenni, come ha scritto Anna Lombroso proprio in questo blog.

Adesso corrono voci concitate sulla possibilità che Flavia Perina, nerissima, purissima, fascistissima, a risarcimento del danno forse collaborerà all’Unità, si proprio il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Del resto se non ora quando? Visto che qualcuno ne fa una questione di genere cercando di nascondere sotto questo velo un po’ pietoso la solidarietà di casta.

Caso mai non lo si sapesse, la signora Perina, il cui licenziamento era atteso e peraltro del tutto ovvio in un giornale di partito, è un caso emblematico di incoerenza e di trasformismo, di quell’assoluto nulla politico che poi dà origine alla guerra per bande in cui si sostanzia la dinamica parlamentare. E sì perché la signora Perina, mentre come direttrice del Secolo d’Italia faceva la fronda a Berlusconi, come parlamentare ne votava regolarmente tutte le schifezze. Ecco l’elenco:

  • vota a favore della Social Card (seduta 48 del 5 agosto 2008)
  • cofirmataria dell’interrogazione che sostiene il carattere discriminatorio di una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate per la quale l’iscrizione dei figli a scuole private sarebbe indice di alto reddito delle famiglie
  • cofirmataria della mozione Cota e altri per l’istituzione delle classi ponte per gli stranieri (seduta 66 del 14 ottobre 2009)
  • vota a favore dell’abolizione dell’ICI (seduta 26 dell’1 luglio 2008)
  • vota a favore del Lodo Alfano (seduta 32 del 10 luglio 2008)
  • vota a favore dell’abolizione dei limiti per i pagamenti in contante ai professionisti (seduta 48 del 5 agosto 2008)
  • vota a favore delle realizzazioni di nuove centrali nucleari (seduta 48 del 5 agosto 2008).
  • vota a favore del prolungamento a 6 mesi della permanenza negli ex CPT (seduta 177 del 14 maggio 2009).
  • vota a favore delle ronde (seduta 177 del 14 maggio 2009)
  • vota a favore del reato di immigrazione clandestina (seduta 177 del 14 maggio 2009)
  • vota a favore dello scudo fiscale (seduta 225 del 2 ottobre 2009)
  • vota a favore del legittimo impedimento (seduta 277 del 3 febbraio 2010)

Per non contare tutta l’attività minore a favore degli ambienti dell’estrema destra dalla quale proviene e nella quale è profondamente radicata. Se poi è rimasta vittima delle sue stesse concezioni e modalità politiche, sono solo fatti suoi.

Vittima si fa per dire, vittima di lusso. Le vere vittime sono tutte quelle donne e quegli uomini che vivono i drammi causati dalle politiche di esclusione e furto di diritti  che da un decennio la Perina ha attivamente sostenuto. Ma evidentemente la progressiva sostituzione del concetto di sussidiarietà  e solidarietà sociale con le logiche amico-nemico è stata pervasiva e adesso anche ciò che rimane della stampa di sinistra vi si abbandona vergognosamente.

Riservo la mia indignazione alle donne che sono viste limitare di fatto i propri diritti da questa signora il cui vero genere è fascista  e al degrado cui la società italiana è andata incontro, grazie anche alla Perina. La quale in un’intervista di Sabelli Fioretti alla domanda Il tuo massimo di illegalità qual è stato? ha risposto «I ripetuti reati di apologia di fascismo».

Di certo l’ultima cosa che mi verrebbe in mente è di fare l’apologia della  Perina.