Anna Lombroso per il Simplicissimus
A volte mi viene voglia di bene e male, verità e menzogna, pace e guerra, bello e brutto, padrone e operaio, ricco e povero, bianco e nero. Ma si sa queste divisioni manichee non sono più di moda. È più elegante il “greige” di Armani, sono più gradite le mezze tinte.
E per una opinione pubblica molto confusa sono preferibili quelle delicate combinazioni di ingredienti che diventano una marmellata. Dove tutto si mescola nella melassa dell’ipocrisia, del perbenismo, del recupero indulgente di revisionisti e irriducibili, operati alacremente da tutti questi seguaci entusiasti di Voltaire. Tutti impegnati – in questo paese, dove la realtà è diventata una brutta soap e la verita è contraffatta grazie alla più aberrante contaminazione di politica e media esistente al mondo – a garantire parola, seguito e perché no anche solidarietà e consenso, a perniciosi fascisti e a velenosi cretini. Che se poi cambiano casacca o pastrano, tanto meglio perché denotano così un intuito collaudato e una lungimirante coazione a ripetere nel dedicarsi con la stessa immutabile temporanea fedeltà, a sempre nuovi padroni.
Certo deve appartenere a una gamma di voluttà, ignote a me e ad altri faziosi irriducibili, l’esercizio di una tolleranza così magnanima e augusta da far guardare con affettuosa simpatia ai tentennamenti della Carfagna, da far dimenticare anni e anni di appassionata appartenenza a Mediaset e al suo magnate di Mentana e, proprio oggi, da raccogliere e sollecitare sodale assistenza alla Perina direttore del Secolo, messa alla porta con modalità perentorie e autoritarie, peraltro appropriate alla Weltanschaung del quotidiano rimasto nel patrimonio familiare del Pdl. E quindi immaginiamo ben radicate nel suo codice genetico.
Così oggi, nello spirito di quel pastrocchio pacificatore che mette sullo stesso piano ragazzini di Salò e fratelli Cervi, foibe e lager, centri sociali e casa Pound, abbiamo assistito a un fervore sororale a sostegno della direttora redenta che fino a non molto tempo fa ha taciuto sul governo che più di ogni altro ha leso diritti civili e conquiste del lavoro, che ha offeso la costituzione, che ha promosso infami leggi xenofobe e razziste, che ha eroso il futuro di donne e uomini con l’impoverimento dell’istruzione, della cultura, della ricerca, che ha offeso i precari, che ha irriso alla giustizia, che ha attuato misure a-sociali che hanno espulso uomini e ancora più donne dal mondo del lavoro. E che, senza andare lontano, ha sostenuto le candidature di Alemanno e dell’ineffabile Polverini.
Ma, se non ora quando, con una tardiva conversione, ha conquistato il cuore di quelle che si sono assunte la “maternità” e il monopolio della tutela della dignità femminile, partecipando ed esternando la sua indignazione, nuova di zecca, alle due manifestazioni che hanno riportato in piazza le donne italiane. Motivo per il quale personalmente, ma io sono una bastarda, ero piuttosto riluttante appunto a partecipare, poco persuasa di tanto ecumenismo.
Um gruppo attivo su Fb che ha come “mission” una riflessione a proposito di donne e informazione ha addirittura prodotto un appello, intitolato “La cacciata di Flavia Perina un colpo alla libertà di tutte”.
Ecco devo proprio confessare che, in questi anni 17 anni, nei quali, come molti, non ho dormito un granchè, la mia libertà di cittadina e di donna è stata lesa, eccome. Ma proprio dalle scelte e dalle politiche, che la Perina, da efficiente direttore del giornale di un partito al governo, ha condiviso, sostenuto e propagandato, interrompendo la sua docile appartenenza non si sa se a causa alla scissione futurista o per l’incerto futuro di un regime, compromesso da Ruby.
Ed è ferita da ben altri licenziamenti che ci sono stati e ci saranno. E che mi raccomandano di scegliere meglio di così quelli, e soprattutto quelle, con cui solidarizzare. Preferendo le precarie, quelle cacciate senza garanzie, le madri che non arrivano alla fine del mese, le immigrate emarginate e sommerse due volte, le insegnanti frustrate e sottopagate, piuttosto che le direttore folgorate a scoppio ritardato.
Sono tranquilla per loro: se ne vanno con tutte le loro inossidabili sicurezze economiche e sociali. Troveranno certamente una collocazione, anche in virtù di tante nuove alleanze pluraliste. E hanno a disposizione tribune autorevoli e amici influenti. Gli stessi sempre i soliti, che faranno da ripetitori solerti alla loro vicenda professionale, ben collocati in tutto l’arco di quella costituzione che alla Perina fino poco tempo fa sembrava un vecchio attrezzo e che si riconoscono tra loro, si difendono e si spalleggiano, perché le corporazioni, si sa, sono davvero bi partisan.
per dire la verità sdegnosamente mi ero già dissociata ma stamattina mi era venuto proprio un sussulto.. e ci sono cascata.. tra l’altro nessuno ha potuto sostenere che la cacciata avesse una motivazione sessista, quindi la difesa è castale. la cosa esilarante, sintomatica. è che per due o tre volte è stato eliminato il link a questo pezzo, quindi esigo che facciano una mozione in mia difesa contro la censura operata da loro stesse, insomma una meta mozione.
comunque è stata una occasione per scegliersi tra qualche affine quindi in contro gruppo di controinformazione può contropartire verso lidi perigliosi ma emozionanti
Già il “se non ora quando” mi sembrava un buco…ma forse c’era un ciambella intorno? Ci ho provato, niente da fare, e lo stesso vale per le costoletta dell’informazione: bah!
No, niente ciambella solo un grande, grandissimo buco nero:-) Soprattutto molto nero, con i modi e la classe delle squadracce fasciste:-)dei salottini buoni per intellettuali di “para-sinistra”…
E sì, diciamocelo…io proprio non riesco a commuovermi per la Perina, ma capisco che le dame di carità dell’informazione, le signore del se non ora quando adoreranno parlarne come sorseggiando tè tra un pasticcino e l’altro:-)
Siamo ai soliti giochini para-potere di ricerca di una qualche miserevole visibilità! .-)
Adoro le bastarde come te! Adoro proprio le bastarde…e detesto queste signore della dignità sempre pronta a vendersi se non ora, più tardi ma anche prima!
p.s. E sei ancora nel gruppo di donne e informazione? Non te ne vai immediatamente? Facciamo un gruppo di Donne&Controinformazione in cui tutto il ciarpame redento delle donne di destra vada a prendersela in quel posto?