Entriamo nella casa di un boss, una di quelle case che grondano sangue e malaffare. Tra pizzini e padri pii, segno di una devozione fasulla che rende realmente felice la Chiesa, giocano i pargoli, i bossetti. Purtroppo la mattina con la dovuta calma, devono andare a scuola. E se nei dintorni non c’è il pio istituto Bacio le Mani Sante, sono ahimè costretti ad andare alla scuola pubblica. E lì tra i banchi sentono dire dall’impavida maestra, ingrassata di venti chili a forza di cassate e cannoli inviati dal papà per la promozione, che la mafia è male, che il crimine è un male.
E’ evidente che la scuola pubblica, come dice Berlusconi nei suoi deliri ormai gheddafiani, nelle sue blaterazioni da vecchio avido ormai incapace di nascondere la devastante mediocrità del suo essere, può insegnare cose diverse rispetto alle idee dei genitori. Forse è per questo che bisognerebbe ringraziarla.
Magari la scuola pubblica insegna un minimo di senso della cittadinanza anche senza volere e qualche alunno a contatto con un sapere non strumentale potrebbe dedurne che è male pagare le minorenni per avere confricazioni, è male andare con le mignotte e farle diventare onorevoli, consiglieri e ministri, è male perdere la dignità, è male evadere il fisco, è male corrompere i giudici, è male fregare il prossimo, è male vendersi,è male non sentirsi parte di una comunità. Qualche insegnante potrebbe anche dire che tutto questo è uno schifo. Forse è per questo che bisognerebbe ringraziarlo.
E allora vedete, la scuola pubblica insegna cose molto lontane dalle “idee” dei genitori che hanno votato Silvio. Ed è per questo che bisognerebbe ringraziarla. Per dare al Paese un riscatto da questo schifo.
Detto così come è stato esplicitato il Berlusca pensiero, la prima cosa che viene da ribattere è: la scuola pubblica non è un luogo di terroristi di sinistra,nè una discarica pubblica, dalla quale prendere le distanze.Al cavaliere non va giù che da quel tipo di scuola così vituperata, molte generazioni hanno avuto l’opportunità di acculturarsi e farsi largo nella jungla della vita.Persone che oggi sono la sua spina nel fianco, grazie alla consapevolezza che hanno acquisito nel corso del tempo e che non hanno nessuna intenzione di mandare il cervello all’ammasso. Il contrario di quanto oggi sostiene il premier che vorrebbe distruggere quanto è stato fatto e cambiare totalmente una Nazione a suo piacimento colpendola al cuore. Forse nelle scuole non si parla abbastanza del berlusca pensiero, della sua rivoluzione che è involuzione dei costumi e non si prendono per buoni, comportamenti che sono normali per chi sta in cima alla lista, da condannare per chi occupa l’ultimo gradino della scala sociale. Non piace la scuola pubblica per l’insegnamento della storia da sostituire non appena saranno pronte le res gestae di questo grande uomo che appoggiandosi alle alte gerarchie ecclesiastiche non solo foraggia prelati affamati di soldi, ma gli offre strumenti idonei perchè nessuno possa mettere in discussione lo Stato- chiesa. Berlusconi non sopporta che la classe dirigente del domani possa essere così consapevole da mettere in discussione il suo potere e quello dei suoi figli e organizza la santa crociata a favore delle scuole private dove viene inculcata l’importanza delle ricchezza, non importa come ottenuta non importa se sfruttando i deboli,in nome di una Giustizia che deve soccorrere i potenti e che non può essere uguale per tutti. Quella frase gettata lì dà il senso di quanto sta facendo e compiendo. Una Costituzione non più rispettata. Una giustizia sbeffeggiata, una diffusione dell’illegalità divenuta codice del vivere civile.Vorrei che Berlusconi sapesse che oggi grazie a quella scuola pubblica sono una cittadina consapevole della sua dignità, che nè lui nè nessuno potrà mai mettersi sotto i piedi. Voltaire Rousseau, Montesquieu, Kant, Hegel sono stati e continuano a essere i miei punti di riferimento.La luce che brilla nel tunnel più oscuro e che guida i miei passi in questa stortura umana nella quale lui vorrebbe farci vivere. Ma a proposito cavaliere, i suoi punti d riferimento chi sono?
Le parole più sensate e veritiere sulla scuola le ho sentite ieri sera dire da Roberto Vecchioni quando ha puntualizzato che la scuola è più importante delle materie che insegna (sembra forse un paradosso?)perchè è una simulazione della vita e insegna, vivendole e praticandole quotidianamente con gli studenti, modalità civiche (la collaborazione, il dialogo, l’aiutarsi, il capire le ragioni e situazioni altrui, partecipare alla gioia e alla sofferenza,la responsabilità, il dialogare con persone adulte e esporre le proprie idee, ecc.)che difficilmente troveranno nella società quando saranno adulti ma intanto le immagazzinano dentro se stessi. Sono abilità e competenze che potranno, comunque, utilizzare “da grandi”.