«Non ho mai desiderato in vita mia la morte di nessun essere umano. Giuro. Neanche di quelli che mi avevano fatto i peggiori torti…Il massimo accidente che ho tirato a qualcuno è stato “ti venisse mal di pancia”. Oggi, però, mi accorgo di desiderare, dal profondo del cuore, la morte di Berlusconi. Non solo: mi sento proprio disposta ad andarlo a far fuori personalmente».

A una blogger di Savona, Valeria Rossi,  è bastato scrivere questo post di sfogo, tra l’ironico e l’incazzato perché la polizia postale si mettesse fulmineamente in moto oscurando il sito e sequestrandone tutti i computer. Addirittura 10 uomini, compresi quelli della Digos, sono stati mobilitati per l’eroica impresa. E dopo aver messo i sigilli a tutto hanno accompagnato la Rossi, responsabile del sito “savonaeponente.com”, alla Questura di Savona per essere ascoltata come persona informata sui fatti.

Ora, come spiegare a questi signori che chi vuole realmente uccidere qualcuno non lo dice coram populo? (Istruzioni per la Digos: trattasi di grave minaccia, espressa in una lingua morta, il che è ancora più sospetto). E che se il cattivo gusto fosse un  reato così grave da meritare perquisizioni e oscuramenti perché non sono ad Arcore in pianta stabile? Ma certo qui non si tratta di indagini , si tratta solo di mettere paura, di tappare le bocche per ordine superiore. Magari moralmente inferiore.

Del resto vorrei ricordare che la fortuna di alcuni alti personaggi del berlusconismo, dico alti perché sempre a contatto con la neve, non per altro, sono diventati famosi, onorati e onorevoli, per aver augurato in televisione la morte di qualcuno.

Tutto questo sarebbe da ridere se non fosse che il Ponente Ligure si trova a dover fronteggiare una drammatica invasione della criminalità organizzata e forse sarebbe il caso che autorità e investigatori si interessassero a questo piuttosto che perder tempo a cercare ambigue medagliette verso un potere in declino.

Naturalmente visto il titolo di questo post mi aspetto da un momento all’altro la visita della polizia postale, il sequestro del computer e indagini ad ampio raggio sull’ hard disk. Che, vi assicuro, è molto meno hard del premier. Eviterei di perdere tempo: non ho contatti con terrorismi nazionali e internazionali, né con anarco-insurrezionalisti, anche perché non esistono e sono un’invenzione di comodo e nemmeno mi dedico alla pedofilia via cavo. Oltretutto non voglio affatto uccidere Berlusconi: non ho sentimenti così buoni, da desiderare un’uscita di scena così facile per chi ha rovinato il mio Paese. Oh si che viva Berlusconi, perchè come dice Ungaretti (tranquilli è un poeta defunto, non un’identità di Osama Bin Laden) la morte si sconta con la vita.

Però di fronte a uno stringente interrogatorio non potrei non ammettere qualche piccolo peccato. E’ vero nel computer ho foto un po’ inquietanti di maniaci sessuali, mignotte d’alto bordo, prostitute minorenni, lenoni, evasori fiscali, truffatori, concussori, ricattatori, camorristi, mafiosi, biscazzieri, speculatori senza scrupoli, ladri, cialtroni e scherzi di natura. Ma tutta gente di fronte alla quale questori e prefetti dovrebbero mettersi sull’attenti.

No, proprio non ne vale la pena.