Sabina Ambrogi per il Simplicissimus
Lettera da mandare a Giuliano Ferrara
Manifestanti del 13
scusate, ha ragione Ferrara! Tutti al teatro dal Verme a Milano. C’è una grandissima verità nella sua frase che lancia la sua manifestazione contro il puritanesimo: “prendo la roncola contro chi mi dice come mi devo comportare”. Per questo il giornalista organizza un sacrosanto e condivisibile evento sulla libertà delle donne di vendersi quanto e come credono, e degli uomini di acquistare, quanto e come credono. Una libertà che, abbiamo visto, è stata pesantemente messa in discussione dalla fallita legge Carfagna. La ministra, tagliati i capelli e allacciata la camicetta ha occupato per mesi i palinsesti per promuovere un’ illiberale ingerenza dello stato nella libera vita sessuale degli individui: volevano punire prostitute e sfruttatori. Ora Ferrara dice basta a tutto questo puritanesimo da parte dello stato. Infatti, parlando della giusta libertà di comportamento sessuale del premier, rappresenta simbolicamente con delle mutande, la libertà di tutti. Se parlasse della libertà di uno solo, sarebbe solo la patetica celebrazione di un regime da parte dei suoi servitori a pagamento che applaudono le cyber erezioni presidenziali. E questo farebbe pensare più a “Salò e le 120 giornate di Sodoma” e i gioiosi mangiatori di merda. Non è certo il caso né di Ferrara né dei partecipanti alla giornata.
Durante l’incontro al teatro dal Verme Ferrara infatti lancia l’idea, fin troppo scontata ma mai attuata, che lo stesso numero di donne gestiscano potere nei cda e pari quote in parlamento, proprio per consentire anche a dei giovani uomini di vendere liberamente il proprio corpo a donne che detengano un potere e di accedere come meglio credono a posti di lavoro, senza per questo diventare omosessuali. Se i posti sono pubblici, meglio. Infatti la libertà di scambio sessuale dietro pagamento è un costo che noi tutti dobbiamo imparare a sostenere. La vendita del proprio corpo per la carriera è, per amore della verità, un’idea sensatamente già affermata dall’onorevole Stracquadanio, e ripresa con rara acutezza da un intellettuale come Ostellino.
Uno dei nuclei centrali del puritanesimo, sarebbe secondo il giornalista, l’ingerenza da parte del potere nella libertà dei comportamenti e la pretesa gestione dei corpi degli individui, compresa appunto anche la sessualità.
E così Ferrara, finalmente celebra il suo strappo col Vaticano e il cardinale Bagnasco: propone durante l’evento il nuovo punto programmatico del centro destra, cioè l’eutanasia, un tema che è stato, diciamolo, gestito in modo un po’ patetico e davvero illiberale dall’attuale governo. Va da sé che nel celebrare l’anti puritanesimo prenderà anche le distanze dalla sua precedente battaglia personale contro la libertà delle donne di scegliere la maternità. Roba da non riconoscerlo più! Pertanto la sua prossima battaglia sarà contro l’industria che licenzia donne perché incinte condizionando pesantemente la loro libera scelta di vita e smettendo di insultarle chiamandola scelta di morte.
In questo modo Ferrara dimostrerà si la libertà delle donne di vendersi ma anche quella di scegliere di non avere un figlio. sarà anche l’occasione per prendere le distanze non solo da quella che lui stesso chiamava “ideologia del lattice” contro i preservativi, ma anche dalla pletora di inutili politici che sono pagati solo per esercitare pressioni sulla vita sessuale degli omosessuali. Ben sapendo infatti che anche il centro destra è pieno zeppo di omosessuali, Ferrara proporrà l’istituzionalizzazione di tale libertà da parte del governo che si occuperà presto delle coppie di fatto. Inoltre proporrà una pesante marcia indietro sui finanziamenti pubblici a scuole private all’interno delle quali si fanno illiberali ingerenze su tutti i comporta.menti, in particolare quelli sessuali.
Chi invece non si identifica solo in un paio mutande, simbolo del berlusconismo privo di vita e desiderio, manifesta il 13. Non chiamatela più “manifestazione per la dignità delle donne”. E’ una definizione infelice. Le donne sono tutte degnissime. Comprese quelle che decidono di vendersi. Anzi, benvenute per prime sarebbero le ragazze dell’Olgettina. Chi invece non è affatto degno sono gli imbroglioni a pagamento.
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Una manifestazione condotta dal pulpito di un comunista fortunatamente mancato, travestito da intellettuale, cosi presuntuoso da tentare un passo più lungo della sua piccola gamba e senza essere visibilmente abbastanza ferrato in materia, prova a commentare Kant, nel mediocre tentativo di deridere Umberto Eco un intellettuale vero che – fortunatamente a suo esclusivo dire – del filosofo tedesco non avrebbe capito nulla. Questa pietosa rappresentazione nel corso di una manifestazione, che tollera ovviamente la presenza di un cartello che recita: “Santoro, Travaglio, Lerner, Fazio, Floris pezzi di merda” – esprimendo in questo caso la propria autentica cultura facile a capirsi – che offendendo la libertà di stampa e di pensiero – (anche con offese da regime di terzo mondo indirizzate a Corrado Formigli) – si avvale della legittima presenza dello stesso ministro della Repubblica che tutta l’Italia ha già visto e sentito insultare pubblicamente lo studente di Scienze Politiche Luca Cafagna intervenuto alla trasmissione Annozero del 16 dicembre per esprimere le proprie idee, tutto questo non è un casuale incidente prodotto da una casuale imprevedibile tensione, ma una anacronistica inquietante realtà che non ha bisogno di ulteriori commenti, ma soltanto di elementari riflessioni, infatti, se al governo così piace e “serve” – con le virgolette e senza le virgolette – tutto questo, non è un brutto sogno, questo signore potrebbe trovare un seguito di persone fragili con identiche vedute culturali e con identico intelletto fatto di quella trasparente prepotenza, di cui la storia è dolorosamente ricca, riflettiamo!.