Quando ero giovane mi dissero che non si poteva ancora fare, che la fatica e il sudore sarebbero rimasti ancora per un bel po’, ma che la classe operaia andava in paradiso o quantomeno in 500.
Quando ero maturo mi dissero che le masse umane dell’Asia, del Sudamerica o dell’Africa erano meno costose dei robot e molto più avanzate, anche quando si trattava di bambini. E quindi i meravigliosi robot di cui esistevano solo delle versioni arcaiche, potevano attendere, non fosse altro che per ragioni economiche. Era la tecnologia socio-biologica, quella che aveva sconfitto il comunismo.
Adesso che sono vecchio e consunto, che il lavoro non c’è, che debbo tirare la carretta per sopravvivere e per molto meno di prima, con meno tutele e meno diritti, ho finalmente scoperto la verità. Il robot di cui mi parlavano tanti anni fa, non era un’illusione. Ero io.