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Lega: verdi fuori, neri dentro

Stele in ricordo dell'olocausto danneggiata al parco della Resistenza

Per anni la sinistra ha considerato il leghismo come qualcosa di diverso dalla destra berlusconiana e fascista, come un movimento col quale forse un dialogo era possibile. E ancora oggi  in questa confusione totale nella quale tutti promettono piattaforme e programmi chiari, più per esorcismo che per convinzione, esiste ancora una qualche tentazione in questo senso.

Invece il leghismo nella sua espansione permessa e favorita dalle acque limacciose del berlusconismo, è sempre più diventato un surrogato dell’estrema destra. Non è difficile capire perché: i movimenti politici che si basano sull’appartenenza e non sulle idee sguazzano nella stessa palude e il fango alla fine li rende indistinguibili.

Così accade che quattro consiglieri leghisti di Modena si apprestino a proporre che venga eretta una stele unica che accomuni partigiani e republichini. Stele che udite udite dovrebbe sorgere accanto a quelle delle vittime dell’olocausto, tra l’altro recentemente danneggiata, probabilmente da qualche loro camerata di strada.

E’ davvero un eccesso di volgarità politica, un esempio di ottusità umana così clamorosa, che pare  impossibile anche per dei leghisti alla Trota: e infatti in realtà nasconde solo il nero che c’è sotto la vernice verde.

Vogliono dividere gli italiani di oggi con la loro fantasiosa padania e riunire invece i morti in nome di una riconciliazione dell’indifferenza. Che è già una bella idiozia. Ma in realtà in questi cuori di pecora vogliono soltanto contestare la lotta al fascismo da cui è nata la Repubblica. Vogliono annegare in un ricordo vergognoso chi ha combattuto l’olocausto e chi l’ha compiuto.

Ah si, il male è davvero stupido.

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