Lo confesso: meglio così. La soddisfazione per una caduta del Cavaliere ci è stata sottratta grazie al “mutuo soccorso” di alcuni onorevoli Laqualunque. Ma probabilmente avremmo assistito a un Cavaliere sottratto alle sue responsabilità, supportato da un qualche governo “tecnico” che gli avrebbe fatto da scialuppa di salvataggio prima dell’urto contro gli scogli o un qualche esecutivo bis.

Meglio che rimanga al timone fino al naufragio definitivo, senza scuse e senza fughe, senza la possibilità di sparire e poi ripresentarsi con il solito carico di bugie e come salvatore. Meglio che lo stesso centro destra si maceri nelle sue divisioni e la sua assenza di prospettive.

Anzi quello che temo è che, all’approssimarsi dell redde rationem, qualcuno stacchi la spina per buttarla in elezioni anticipate, così da confondere e intorbidare le acque.

Meglio bere il calice del Cavaliere sino alla feccia che ormai sentiamo già salire al palato. Meglio chiudere definitivamente, anche traumaticamente un’era della storia italiana, piuttosto che dover subire ambigue ricuciture di ambigui moderatini e chierichetti del capitale e del Vaticano.

Meglio un disastro definitivo che un disastroso galleggiamento del berlusconismo.