Anna Lombroso per il Simplicissimus

Credo  che i “tronisti” del Pd  siano “generosamente” convinti  di collocarsi saldamente nella “società reale” e di interpretarne gli umori, magari  esternando tramite “Chi”,   dando voce a revanscismi  generazionali, ma come una ribellione di ragazzini troppo viziati contro babbi troppo ingombranti.

Io – mi ripeto –  sono arcaica e ai rottamatori continuo a preferire la brutale perentorietà  di marione lo sfasciacarrozze, più autentica  e meno contraffatta da ambizioni avide e velleità frustrate, o la datata luminosa intelligenza di qualche veterano, o meglio ancora  la competenza maturata in una lunga esperienza.

Ma concordo che dei giovani può essere deliziosa l’innocenza (ne sa qualcosa il premier..). e sicuramente è da attribuire all’ingenuità la rivelazione del vero timore che agita i renzi-boys manifestato con una frase illuminante: non ci oscureranno.

Una frase  che rappresenta con formidabile efficacia lo zeitgeist contemporaneo, l’umore di larghe fasce della società, preoccupate della loro visibilità molto più che della loro reputazione.

Dalla “cugina” per antonomasia che in carcere domanda se le tv parlano di lei e che cosa pensa di lei la Palombelli, ai non più freschissimi esponenti della classe dirigente molti, se non tutti, sentono di esistere e di contare solo se sono visti, se l’occhio di bue li illumina, se vivono da protagonisti i rituali dieci minuti di celebrità mediatica, se possono narrarsi dentro a una tv.

E temono la censura non in quanto possa mettere il bavaglio alle loro convinzioni, alle loro idee, ai loro programmi,  ma perché minaccia appunto di oscurarli, di spegnere le telecamere, di renderli “anonimi”, invisibili.

Sono ovvietà lo so.

Ma non ho paura della banalità e propongo una forma di resistenza da applicare a tutti questi voraci predatori di consenso facile, a questi feroci esibizionisti, a questi “ostensori” dell’ego.

Oscuriamoli! che il loro intento sia mercenario, che il loro esibizionismo nasca dal bisogno di manifestarsi per essere consapevoli della loro esistenza in vita, che semplicemente si piacciano, caliamo il sipario su di loro!

Puniamoli col silenzio, spegniamoli, togliamogli il video e proviamo a vedere cosa sanno farsene del più modesto e dimesso audio o perché no? dell’obsoleta parola scritta.

La D’Addario vada in piazza e alle convention dei nuovi partiti, ma tentiamo, se sappiamo ancora  farlo, di non accorgerci di lei: non intervistiamola, non  fotografiamola, facciamo calare una rassicurante, serena, olimpica penombra su di lei, su attempati giovanotti in scalata, su quelli come loro.

Non sarà facile. Siamo drogati anche noi.  Bersani ha detto: dopo Ruby il despota va deposto. Non dopo il caso Mills…..dopo Ruby.

È un segnale, inequivocabile, che fa piu’ “effetto” una vicenda che, anche grazie alla risonanza mediatica, presenta aspetti moralistici oltre che morali, che ha avuto più circolazione, che è stata sbattuta su tutte le prime pagine e ha intriso di fango l’opinione pubblica ben più degli attentati alla nostra libertà, alla costituzione, alla legalità, alla socialità.

I riflettori devono restare accesi ma non accecarci.  Non sprechiamo energia, teniamoli indirizzati su chi sta erodendo davvero il nostro futuro, su chi ha stravolto valori, principi e travolto convinzioni, idee, amore per sapere e bellezza. Quelle comparse in cerca di scritture, invece, oscuriamole, per favore.