Francamente non capisco la polemica Berlusconi si o Berlusconi no, al forum della famiglia. Anzi credo che nessuno meglio di Silvio possa rappresentare nella sua compiutezza le aspirazioni delle associazioni che organizzano l’incontro.
La doppia morale del Cavaliere, la doppia morale di chi lo giudica dal versante ecclesiatico, la doppia morale dei suoi valletti non è altro che la doppia morale insita in un concetto di famiglia non fondato sull’amore e sulla scelta, ma sul puro piano legale e religioso. Vale a dire la famiglia come perno tradizionale di un potere tradizionale.
Non a caso molti fans politici del forum hanno traiettorie personali diametralmente opposte a quelle che i gruppi organizzatori presentano come ideale: separati, divorziati e puttanieri. Si perché le pratiche sessuali del terzo tipo sono persino santificate se offrono lo “sfogo” necessario a tenere unita la famigliola.
E chi meglio del premier incarna tutte queste particolarità e virtù essendo al contempo separato, divorziato e puttaniere? E vedrete sarà acclamato quando con la sua ennesima bugia (per contarle ormai occorre passare all’elevazione a potenza) prometterà quei famosi tagli delle tasse ai nuclei familiari.
Tagli che anche se attuati servirebbero a poco sul piano pratico, ma a molto su quello della lotta allo stato laico. Non è davvero questo che interessa ai forumisti, quanto imporre indirettamente una visione sacramental-arcaica della famiglia, tenere le donne lontane dal lavoro per quanto possibile, ripristinare il piccolo mondo antico.
Non fa meraviglia che siano alla fine proprio gli stati laici a dare davvero un sostegno ai nuclei familiari, ancorché con un genitore solo: in Germania, ad esempio, sotto un certo reddito stato e Laender pagano affitto e bollette oltre a una certa quota di sostegno e con meccanismi un po’ diversi la stessa cosa avviene anche in Francia.
Ma da noi i benestanti separati, divorziati e puttanieri che inneggiano alla famiglia cercano soltanto voti o poltrone o protagonismo o ancora qualche medaglia di benemerenza da far valere per entrare nel giro delle “opere”. Sono essi stessi la grande famiglia che vogliono ad ogni costo aiutare. E da quella non hanno alcuna intenzione di separarsi. già in questo almeno sono coerenti.
Negli Stati laici europei (altrove non esistono quasi) la vita quotidiana sia individuale che di famiglia è tutta un’altra vita, mai vista nè immaginata da noi. E’ molto meno faticosa. Non si parte dall’idea assistenziale ma di quella di giustizia sociale.
Da noi la famiglia è da sempre un piccolo mondo antico, è l’unico modello culturale che abbiamo introiettato nel nostro immaginario. Il lavoro della donna fuori casa non fa che acuire questa visione o per senso di colpa per non poterlo accudire abbastanza o per irrefrenabile voglia di scappare da esso. Non esiste, appunto, un sentire, un modello culturale che dia tranquillità emotiva e serenità nella gestione della vita individuale e familiare.