“E’ grave e diseducativo che Famiglia Cristiana continui ad abusare della sua rendita di posizione all’interno della buona stampa delle parrocchie per diffondere il verbo della zizzania e del moralismo più bieco nei confronti del capo del governo che, piaccia o meno, riscuote il consenso della stragrande maggioranza dei cattolici italiani”.
Chi ha scritto queste parole non è, almeno a quanto sia dato di sapere, un incallito puttaniere laicheggiante, ma il presidente di una specie di Club cattolico, il Santa Chiara che dovrebbe raccogliere uomini dell’informazione e della Tv. Uno che organizza veglie di monache per il miglioramento dei programmi televisivi e costose gite montane con annesso rosario, assieme a Paolo Brosio, definitivamente investito dal tram 12 in corso di Porta Vittoria.
Ora è ben strano che un simile devoto ritenga che una vittoria elettorale o un supposto seguito popolare, dia il diritto non solo di mettere mano alla Costituzione, ma anche a vangeli, comandamenti, tradizioni. Ma si sa il crepuscolo degli dei confonde i sepolcri imbiancati e scopre abissi di penosa superficialità, di ipocrisia, di quella mediocrità basale di cui è intessuto il regime.
Certo questo Palemisano è soprattutto un dirigente Mediaset, un collaboratore de “Il Giornale”, uno che vive e respira di comparsate televisive, di premietti sconosciuti dati a questo o a quello, di libercoli senza costrutto. E quanto a nostro signore lo vede senza barba e con pochi capelli rasi come il tappetini con la scritta “Benvenuto”.
Ha avuto anche le sue disgrazie che forse l’hanno avvicinato definitivamente più ai misteri della fede berlusconiana: ha sofferto di problemi alla vista e quando si è messo insieme a una, ha pensato bene di scrivere: “Un Angelo mi ha salvato”. Una retorica che avrebbe fatto morire Gesù di diabete prima della crocifissione.
Ma nella presentazione di quest’opera fondamentale si capisce bene come possa essere finito nel gioco di specchi del cavaliere e abbia potuto scrivere quelle cazzate su Famiglia Cristiana. “Marco Palmisano è un giovane dirigente televisivo di successo, un uomo intelligente e ricco di fascino, affermato nel lavoro come nella vita privata, pieno di amici e interessi.” E dopo la temporanea disgrazia ecco Tolstoi all’opera: “Fino a quando la fiducia riposta forse per l’ultima volta in Dio gli portano un frutto meraviglioso proprio al termine di una “novena” molto particolare: una dottoressa dai riccioli d’oro, appare “casualmente” nella vita di Marco, ne capisce la malattia, trova la cura, gli ridona la salute e la felicità”.
Non pensate male.. poi l’ha sposata.
Narcisismo senza vergogna, edonismo inconsulto. Dio che si fa pronubo di novene e di riccioli. Altro che angeli e Santa Chiara: basterebbe un po’ di intelligenza e di buon gusto, un po’ di cuore. E se non bastasse qualche robusto infermiere.
mi creda, da uomo libero, il compatimento, come il dispiacere, è tutto mio.
Gentile Minutolo,
mentre lei si affligge nelle sue repulsioni le confermo i miei sentimenti di compassione uniti ai migliori auguri di buona fortuna.
Si riprenda al più presto e nel frattempo, se crede, mi fornisca un indirizzo a cui poterle inviare un piccolo dono.
Cordialmente
Marco Palmisano
Si è vero, lei ha perfettamente ragione, il disagio profondo esiste. I sepolcri imbiancati che non avendo argomenti sono costretti ad ipotizzare altrui mali oscuri, mi repellono.
Gentile Capece Minutolo,
la valanga di insulti gratuiti che Lei mi rovescia addosso non può che trovare fondamento in qualche suo disagio profondo.
Si può dire tutto ma almeno “con un po’ di intelligenza e di buon gusto oltre che di educazione” cose che a quanto pare a Lei difettano di gran lunga. D’altra parte è pur vero che la bocca parla della pienezza del cuore..
Coraggio, non si perda d’animo e se ritiene che possa fare qualcosa per lei non si formalizzi.
cordialmente
marco palmisano