Le vicende politiche di queste  settimane mi ricordano una lontanissima sera della mia vita, passata in un albergo vicino Alberobello. Le pareti delle stanze erano già quelle del cemento sabbioso e dei mattoni a pelle di tamburo che ne facevamo degli orecchi di Dionisio, degli amplificatori sonori dove ogni sussurro era udibile.

Stanco morto del viaggio mi ero spalmato sul letto con un libro in mano,  in attesa del sonno, quando nella stanza accanto cominciò un concertino di sospiri che dall’adagio passarono ben presto all’andantino e al mosso.

Pazienza, nulla di male.. però quando si arrivò al dunque la parte femminile ad ogni affondo alternava un no! a un si! con una regolarità così comica che davvero non saprei come il disgraziato dall’altra parte riuscisse a mantenere la concentrazione. Verso la fine i si e i no divennero più lunghi e ovviamente più gridati, da far invidia a willy il coyote.

Non trovo paragone migliore con la vicenda del lodo  dove a ogni ora è un si, poi un no, poi un si e così via. Qualcosa di così ridicolo che dovrebbe mettere di buon umore, se non fosse da piangere. Ma sono cose che capitano nei partiti dell’amore.