Il Paese esplode, si disgrega e si dispera, si piega sotto il peso dei problemi irrisolti dal risolutore, ma il governo è vivo e miagola. Perché in questo bordello ha il tempo per dare il via all’anagrafe felina. Un chip introdotto sotto pelle permetterà di stabilire se ci sono 6 o 8 milioni di felini in Italia.

Un inquietante e angoscioso interrogativo che pesa come un macigno sulla nostra convivenza civile. E poi veterinari e importatori di microchip devono pur vivere, magari lasciando  l’obbligatorio “chip” sul tavolo della politica. “Diecimila lire per sentirti dire micio bello e bamboccione”. Aggiornati, saranno magari anche una settantina di euro: il prezzo delle puttanate si alza sempre.

Chissà perché non si pensa di mettere un microchip sotto la pelle setosa delle micine del capo: forse il numero sarebbe più interessante anche perchè ci sarebbe automaticamente anche il numero di farfalle e tartarughine.

Di certo non occorrono strumenti così sofisticati per calcolare il numero di coglioni che circola nel Paese: basta contare le schede elettorali a favore di gatto Silvestro. O non so comunque comincia con la “S”.