Ad uno dei tanti convegni abbastanza inutili, ma forse proficui per qualche affaruccio di dozzina, la Gelmini ha deciso di apparire aggiornata. E come tutti quelli che fingono di conoscere ciò di cui parlano ha sostenuto che “I videogiochi oggi rappresentano un’opportunità per introdurre nella scuola linguaggi digitali e nuove strategie di apprendimento”.
Già fin dalla scuola sarebbe interessante giocare a Yakuza o a Mafia e dopotutto perché non spendere i pochissimi soldi rimasti alla scuola per qualche play station?
In realtà la ministra non sembra aver affatto capito la differenza che esiste fra i videogiochi, i software didattici e software di simulazione: per lei devono essere un diabolico magma dove super Mario si confonde con l’equazione della parabola. E’ per questo che vorremmo, per aiutarla, indicarle qual’è la distinzione. Un videogioco è un po’ come quello che lei sta facendo: la finzione di qualcosa, nel caso specifico delle riforme. Il software didattico è quello che le darebbe sempre “wrog result” essendo rivolti alla matematica e alle lingue, mentre i programmi di simulazione sono quelli grazie ai quali si imparano a gestire cose complesse, senza combinare casini per inesperienza o incapacità. Ed è evidente che non li conosce.
Ma in ogni caso ho l’impressione che dopo l’ultima ridicola e pensosa sceneggiata fra la ministra e Tremonti, la Gelmini dovrebbe prepararsi a vedere apparire sullo schermo “Game over”. Sarà una vera festa per questo Paese.
ma spegnetela, resettatela… quella ha l’hardware che è ok, nulla da dire (a chi piace) ma il software?!?!?!