In Vaticano ha suscitato “stupore” il sequestro di un deposito  dello Ior su un conto del Credito Artigiano. Stupore e dolore immagino perché si tratta di 23 milioni di euro che secondo gli inquirenti potrebbero dimostrare che la “banca del Papa” opera in maniera da violare le norme antiriciclaggio.

Assegni da capogiro che fanno la spola tra banche e false madri di reverendi, bonifici per 14o milioni di euro in contanti, alcuni dei quali finiti nelle mani di don Evaldo Biasini, economo della congregazione dei missionari del Preziosissimo Sangue di Gesù, ( e cominciamo a capire il significato di quel preziosissimo) già coinvolto nell’inchiesta della procura di Perugia sui lavori per il G8 della Maddalena e sugli altri eventi affidati a Bertolaso.

Comunque sia, è strano che il Vaticano si dica stupefatto, perché la vicenda fa parte di un ambito che la Chiesa dovrebbe conoscere bene: un sequestro di soldi dello Ior è semplicemente un miracolo.