Il sonno della ragione crea mostri. E da qualche anno qui da noi non si può nemmeno parlare di sonno, ma di coma profondo. Così ecco che un qualche idiota ha pensato di intitolare il cortile della sua casa di Dorno (PV) ad Adolf Hitler.

Come si vede dalla foto di  Michael Sfaradi, il cartello è identico a quelli “ufficiali”,  è ben visibile dalla strada, affinché nessuno possa dubitare delle idee che regnano in quella casa.

Non è certo la prima volta che emblemi del ventennio, inneggiamenti al duce o al nazifascismo occhieggiano da qualche casa, ma fino a qualche hanno fa erano accennati, nascosti, quasi vergognosi di sé. La nuova atmosfera del Pese li rende invece protervi e sfacciati, sicuri di non suscitare reazioni della mano pubblica che invece dorme e forse quasi quasi è d’accordo.

Certo se appena la delirante Gelmini, con il suo occhio di rana, vede una bandiera rossa, subito  interviene anche se prende clamorosi abbagli, mentre dorme fra due cuscini per il sole delle Alpi ad Adro. E tutto è così: si ha una molle distrazione per tutto ciò che dovrebbe fare orrore e invece suscita una demente, opaca fantasia.

Finora su Hitler c’era una qualche prudenza, ma anche quella è destinata a sparire perché qualcuno che la sa lunga dice che le camere a gas non c’erano e dunque lo sterminio di circa sei milioni di ebrei è una balla. Peccato che gli stessi ritengano che 25 milioni di persone non ebree siano state uccise senza alcun bisogno di camere a gas. Quando si dice il ben dell’intelletto. Ma del resto sedicenti storici della destra europea hanno sostenuto, senza che nessuno gli sghignazzasse in faccia, che Stalin ha fatto cento milioni di vittime. Il che è demograficamente un totale assurdo. Quando si dice il pietoso bene della credulità pelosa che ti evita i dubbi in cambio di una fede da quattro soldi.

Cosi, benevenuto anche al signor Adolf Hitler fra gli incubi di questo disgraziato Paese.