La manifestazione di Roma che tenta di riportare il lavoro al centro del dibattito politico ed economico, mi spinge a confessare il disagio che ho provato per le cronache del salvataggio dei minatori cileni.

Non certo perché avessi dei dubbi sulla necessità di salvarli, ma perché il meccanismo televisivo aveva completamente eliso il problema del lavoro in condizioni ai limiti della praticabilità umana, dei salari da fame, dell’altissimo rischio a cui quegli uomini erano esposti. In una parola allo sfruttamento.

Una volta esaurito lo slancio iniziale, questi uomini sottoterra sono stati privati della loro identità, spogliati dei loro problemi, cioè della loro dimensione politica, sottratti alla dignità del dramma che stavano vivendo. Che appunto era un dramma del lavoro.

Sono diventati le vite in gioco di un grande reality nel quale non contava più nulla tutto l’infernale meccanismo che li aveva relegati nell’infero della miniera: per quel che contava ai fini dello spettacolo e della macchina da soldi che li sfruttava ancora una volta, potevano essere i volontari di un reality, magari tronisti a caccia di successo.

Non a caso il cinguettante telegiornale di Canale 5 ha mostrato con grande enfasi la similitudine tra le scene della fuoriuscita dal sottosuolo con quelle dell’uscita dalla casa del grande fratello. Certo siamo di fronte a un picco di stupidità, peraltro così naturale da quelle parti che non è nemmeno necessario sniffare noce moscata per raggiungerla con sorprendente naturalezza.

Ma qualcosa di vero c’era: il Barnum dell’informazione era in qualche modo riuscito a sottrarre l’avvenimento al suo contesto e renderlo una specie di gioco contro il tempo, un gioco crudele e dunque con più audience.  Per fortuna ci hanno pensato i minatori stessi, una volta usciti, a mettere le cose a posto e a riprendersi la loro umanità.

Mutatis mutandis è lo stesso meccanismo che viene utilizzato anche da noi per spuntare le lotte di resistenza e di sopravvivenza: l’attenzione si focalizza sul gesto disperato e man mano lascia andare come un cascame ciò che lo ha causato. Oppure si immette il tutto nel gran ballo delle dichiarazioni, nel minuetto delle bugie o delle tesi per far perdere non solo il senso della cosa, ma evitare di dover dare delle informazioni precise.

Paradossalmente il circenses viene utilizzato per sottrarre il panem.

E quando invece l’operazione non può riuscire perché le ragioni,  i fatti e la vita stessa sono più forti di qualunque spettacolo, allora si cerca di spegnere le telecamere. Se no canale 5 si troverebbe a corto di paragoni.