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Pubblicità porno? Che io sia bannato!

 

Lei bannata...

 

Della nuova frontiera  di discriminazione delle donne si discute da tempo: l’esposizione dei corpi in tv, le pubblicità maliziose o pornografiche, la costante sineddoche tra quella parte e il tutto, sono documentate e analizzate su quotidiani, in convegni e in video di denuncia.

Tuttavia l’elemento discriminatorio è solo il più evidente perché nel complesso testimonia la volgarità e dunque l’imbarbarimento di tutta la società italiana che va oltre il ritorno a un maschilismo arcaico. Nei giorni scorsi una blogger piuttosto nota, Doriana Goracci (nella foto in alto), è stata bannata da Facebook per aver pubblicato un post contro l’ennesimo prodotto pubblicitario osé, questa volta preso di peso dal porno: una donna a gambe larghe in una vasca da bagno.

L’immagine è stata pubblicata sul sito artigianale  della ditta Vascabella di Rullo Pasquale, che ad onta della ragione sociale che la collocherebbe sulla circumvesuviana, ha invece la sede a Como. Lo scopo era pubblicizzare le vasche e le docce che l’aziendina promuove e vende.

Ma fin qui, si tratta solo di pessimo gusto, di volgare banalità e di banalità volgare. Ciò che invece testimonia il degrado  sempre più evidente è la reazione di Rullo quando l’Udi e la stessa Goracci hanno “pizzicato” la foto semiporno.

Ecco cosa scrive il titolare a Fabiana, una signora che aveva scritto alla ditta per lamentarsi di quella immagine: “Cara Fabiana, hai tempo da perdere? vieni qui che ci facciamo una bella scopata insieme, se sei abile o passabile, altrimenti non rompere i coglioni”.

Non si sente in tutto questo l’eco nemmeno troppo lontana delle affermazioni, delle intercettazioni, delle barzellette che sono il più notevole prodotto di questa legislatura? Non si avverte forse il tono generale di un Paese in cui tutto si è imputtanito, specialmente gli uomini? In cui gli individui più rozzi hanno persino perso il senso del proprio stesso interesse? Perché chiedere scusa sarebbe stata, quella sì un’ottima pubblicità.

Ora mi chiedo e  me lo chiedo da tempo: ma chi e con che criteri controlla l’area italiana di Facebook? Perché diciamolo chiaramente bannare una persona per aver denunciato una simile pubblicità sa di tre cose: o di gente un po’ tonta che magari nemmeno capisce  la lingua o di gente a cui non dispiace prendere qualche mazzetta sottobanco o di gente che vive umanamente e politicamente nello stesso universo di Rullo.

 

 
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