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Negazionisti e bugie

C’è qualcosa che m’indigna e che reprime la mia libertà di espressione sull’Olocausto. Quelli che la coartano sono proprio coloro che parlano in nome della libertà di pensiero, ma che lo fanno al solo scopo di sdoganare in questo il modo il negazionismo e con esso il fascismo e il razzismo.

Ho ascoltato con orrore la lezione  del prof. Claudio Moffa, anzi con doppio orrore: per quello che diceva, ripreso del tutto acriticamente da Faurisson, il celeberrimo quanto dilettantesco negatore delle camere a gas e per quello che si avverte chiaramente nel complesso. Il fatto cioè che il prof. Moffa non ha la preparazione né tecnica, né scientifica (nel senso di scienze umane) per affrontare la questione che è assai più complicata e orribile di quanto non sembri sospettare. Insomma che la Shoa sia stata “gonfiata” diventa un perverso articolo di fede più che una disanima oggettiva.

Sull’Olocausto ci sarebbero molte cose da dire, compresa ad esempio la collaborazione allo sterminio di alcune grandi aziende americane, Ibm in testa e la sua consociata tedesca, la Deutsche Hollerith, altro che negare, c’è invece ancora molto fango nascosto.

Ma perché dico che questo signore coarta la mia libertà? Semplice: perché purtroppo non è lontano dalla realtà il fatto che l’Olocausto e i suoi orrori, sono anche  gestiti politicamente  e permettono linee di azione altrimenti impercorribili.

Ma come posso dirlo, onestamente, se la canea di chi fa queste osservazioni, parte dalla negazione della Shoa? Come si può muovere un solo passo in compagnia di questi  dementi il cui scopo finale è quello di negare lo sterminio per salvare il nazismo ? Ci si vergogna, certo. E allora si tace anche quando si vede che il tradimento della memoria a volte viene anche dalla parte che dovrebbe conservarla come un tabernacolo.

E in definitiva sono proprio i Moffa, con i loro macabri e scomposti pregiudizi che impediscono un qualsiasi dibattito.

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