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Fecondazione: le teste “omologhe”

Ciò che mi deprime, non sono le opinioni, è la stupidità. Perchè dietro di essa si nasconde il nulla, un groppo di insopportabile ipocrisia.

Ora è intollerabile che in un Paese non dico civile, ma  che vuol, far finta di esserlo, un viceministro della Sanità,  Eugenia Roccella, famigerata “amica della vita” in cambio di voti cattolici, parlando della fecondazione eterologa che viene praticata di fatto in tutto il mondo, dopo aver vaneggiato di tribunali che inficerebbero la volontà popolare, dica: “Si vuole tornare al Far West”. Anzi al faruèst come meglio si addice al personaggio.

Faruest? Ma che cavolo dice? Ah già si perché si sarebbe creato un mercato degli ovuli. Già come si era creato il mercato dei cucchiai d’oro quando non c’era l’aborto, come si è creato il mercato degli organi da quando si fanno i trapianti. Ma questo non c’entra nulla con la cosa in sè: c’entra invece molto col culto del mercato dio onnipotente a cui la Roccella sacrifica ogni giorno.

E probabilmente solo in quello, perché il personaggio dopo essere stata un’oltranzista dell’aborto ( ha scritto “Aborto, facciamolo da noi” con prefazione di Adele Faccio) si è trasformata in un ultracattolica, prontamente acquisita da Forza Italia. I radicali li ha abbandonati perché colpevoli  “di ricadute anti-individuali nel loro individualismo”.

Semplici giochi di parole per giustificare in qualche modo il voltagabbanismo o semplicemente per smascherare una nullità interiore, la sola che possa giustificare queste inversioni a 180 gradi. L’onestà del pensiero consente grandi cambiamenti, ma non nella misura in cui li consente il vuoto delle ambizioni.

Si certo che siamo nel Far West. Quello dell’intelligenza.

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