Non so se è un’ironia del destino, ma la notizia di Corona amante di Lele Mora, destinata ad asciugare fantasie come il phon delle parrucchiere, giunge proprio a puntino: alla vigilia del discorso di Silvio in Parlamento.

Già perché l’Italia di Berlusconi rassomiglia molto alla figura del fotografo, sedicente macho infaticabile, spacciatore di slip griffati, testosterone da carta patinata. Dietro l’enfasi del premier, la volgarità dei suoi famigli, la sgrammaticatura dei suoi onorevoli e la valanga di bugie e di teatrini messi in piedi dai suoi media, si nasconde un Paese di Bel Ami e di mentecatti, disposti a qualsiasi cosa pur di arraffare soldi e vantaggi personali. Si nasconde il niente,  la paura e l’inettitudine.

Quanti come Marco Pottino e Albertino Gabana, fanno finta di essere machi del perbenismo, dell’onorabilità e dell’indipendenza, ma si ravvoltolano nel primo letto o lettone in cui si offrono loro dei soldi o delle cariche? Domanda retorica: una folla.

Sta diventando una condizione così comune che interi ceti non si accorgono di essere nella situazione di Fabrizio Corona prima di chiedere una macchina nuova. Solo che almeno Lele Mora teneva fede alle promesse, mentre in Italia non non si vede nulla  salvo gli stormi di parole al vento.

Insomma, nonostante la svendita al pensiero unico  si rimane a bocca asciutta. Che è il colmo per il paragone con la love story di Lele e Fabrizio.